Mostre
A Torino in mostra i Torinesi di Spagna, il legame tra il Piemonte e la Vuelta

Mercoledì 9 luglio, a meno di due mesi dalla Salida Oficial della Vuelta a España, la Città metropolitana di Torino ha inaugurato nello spazio espositivo al piano terreno della sede di corso Inghilterra 7 la mostra “Torinesi di Spagna”, che celebra i campioni subalpini che in passato hanno vestito la maglia rossa e le altre maglie della Vuelta. La mostra è curata dal giornalista Aldo Peinetti, responsabile della redazione sportiva del settimanale “L’Eco del Chisone” e organizzatore di eventi ciclistici. Oltre ai pannelli in cui si racconta la storia dei corridori torinesi alla Vuelta, sono esposte alcune biciclette d’epoca provenienti da una collezione privata.
All’inaugurazione erano presenti il Vicesindaco metropolitano Jacopo Suppo e la Consigliera metropolitana Sonia Cambursano, delegata al turismo, alle attività produttive, allo sviluppo economico e alla pianificazione strategica. Tra gli intervenuti il figlio di Angelo Conterno, corridore torinese che vinse la Vuelta nel 1956, scrivendo una pagina importante nella storia del ciclismo professionistico italiano. Ospite d’onore anche il corridore torinese, tuttora in attività, Fabio Felline, che conquistò la maglia verde della classifica a punti nella Vuelta del 2016. Erano inoltre presenti alcuni amministratori dei Comuni della Città metropolitana di Torino interessati dal passaggio della Vuelta a España 2025, dirigenti sportivi e figure vicine al mondo delle due ruote.
In occasione dell’inaugurazione della mostra è stato presentato il libro “Quando Alfonsina faceva la sartina. La bicicletta e le donne torinesi”, scritto dal medico di professione e storico del ciclismo per passione Paolo Ghiggio, eporediese, collezionista e restauratore di biciclette d’epoca, che ha valorizzato la figura di Alfonsina Strada, prima donna a competere in gare maschili come il Giro d’Italia e il Giro di Lombardia. Prendendo spunto dalla figura della pioniera del ciclismo femminile in Italia, Ghiggio racconta le storie e le vicende delle campionesse che hanno sfatato con successo il pregiudizio contro la pratica del ciclismo da parte delle donne.
Ha portato la sua testimonianza sulla storia dei ciclisti torinesi nella corsa iberica anche il giornalista Beppe Conti, il cui ultimo libro, “C’era una Vuelta – Storia e leggenda del Giro di Spagna” è in uscita per i tipi dell’editore Graphot e sarà presentato nelle prossime settimane anche nella sede della Città metropolitana di Torino.
VUELTA E PIEMONTE: LA STORIA DI UN LEGAME CHE CONTINUA
Il materiale d’archivio che Aldo Peinetti ha raccolto per allestire la mostra “Torinesi di Spagna” rende evidente il fortunato legame tra i corridori torinesi e la corsa che quest’anno vive in territorio piemontese la Salida Oficial, evento paragonabile per risonanza mondiale alla Grand Départ del Tour de France e alla Grande Partenza del Giro d’Italia. Fotografie e riproduzioni di pagine di quotidiani spagnoli come El Mundo Deportivo rendono evidente l’interesse suscitato dalle imprese di atleti come Angelo Conterno, ma ricordano anche che, già nel 1935, nella prima edizione della Vuelta, tra i vincitori di tappa vi fu il canavesano Edoardo Molinar. Non solo: nell’anno di Conterno “ganador de la Vuelta” ci furono anche gli acuti di Giancarlo Astrua e Nino Defilippis, rappresentanti di una spedizione tricolore in terra iberica decisamente targata Torino. Defilippis si sarebbe poi ripetuto sul traguardo di Valencia nel 1962.
È storia recente, invece, l’impresa di Fabio Felline, che nel 2016 seppe conquistare la maglia verde di leader della classifica a punti, salendo così sul podio delle premiazioni in compagnia dell’asso colombiano Nairo Quintana. Ai pannelli riguardanti la Vuelta è stato abbinato il prezioso materiale che lo scorso anno, a Pinerolo, ha composto la mostra “Les Turinoises”, curata da Aldo Peinetti con la collaborazione del fotografo Dario Costantino. È un modo per tributare la giusta ammirazione e considerazione ai tanti corridori torinesi che hanno brillato nella Grande Boucle, da Giovanni Brunero a Bartolomeo Aymo negli anni’ 20 del secolo scorso, in una sequenza di vittorie aperta da Federico Gay nel 1922. I pannelli ripercorrono inoltre le tante affermazioni torinesi degli anni ’30, grazie a Francesco Camusso e Giuseppe Martano, mentre due decenni dopo furono ben sette le frazioni vinte al Tour de France da Nino Defilippis, compreso il memorabile il successo del “Cit” allo Stadio Comunale nella frazione Gap-Torino del 1956. Alla carrellata si aggiunge, con doveroso risalto, Italo Zilioli, che alla Grande Boucle 1970 non solo s’impose nella seconda tappa, ma vestì la maglia gialla per i tre giorni successivi.


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