Castelli e Forti in Piemonte
Cenni storici I castelli furono costruiti probabilmente tra il XI secolo e il XII secolo e detti "Malpaga". Due secoli dopo vi si stabilirono i Mazzardi. Senza disdegnare l'utilizzo di metodi violenti, eseguirono vari incursioni nel verbano, allo scopo di crearsi una sorta di piccolo "stato privato". Nel 1412 divenne duca di Milano Filippo Maria Visconti. Nel 1414, dando seguito alle suppliche degli abitanti del litorale, Filippo Maria inviò un esercito di 500 uomini per sconfiggere i Mazzarditi che sortì l'esito sperato: i Mazzarditi presero la strada dell'esilio, al pari dei castellani di Valtravaglia, i Franchignoni, che in modo analogo avevano approfittato della debolezza dello Stato centrale per crearsi un dominio analogo a quello mazzardo.
Il feudo cannobiese venne concesso ai Borromeo, che lo gestirono, assieme alle zone limitrofe, per qualche secolo. Dopo la morte di Lodovico la rocca fu progressivamente abbandonata a sé stessa, la vicinanza con la riva la rendeva difficilmente difendibile.Nel corso dei secoli successivi divenne rifugio di contrabbandieri, fu usata da pescatori e fu persino sede di una banda di falsari. Attualmente rimangono solo le rovine delle antiche fortificazioni
Cenni storici I castelli furono costruiti probabilmente tra il XI secolo e il XII secolo e detti "Malpaga". Due secoli dopo vi si stabilirono i Mazzardi. Senza disdegnare l'utilizzo di metodi violenti, eseguirono vari incursioni nel verbano, allo scopo di crearsi una sorta di piccolo "stato privato". Nel 1412 divenne duca di Milano Filippo Maria Visconti. Nel 1414, dando seguito alle suppliche degli abitanti del litorale, Filippo Maria inviò un esercito di 500 uomini per sconfiggere i Mazzarditi che sortì l'esito sperato: i Mazzarditi presero la strada dell'esilio, al pari dei castellani di Valtravaglia, i Franchignoni, che in modo analogo avevano approfittato della debolezza dello Stato centrale per crearsi un dominio analogo a quello mazzardo.
Il feudo cannobiese venne concesso ai Borromeo, che lo gestirono, assieme alle zone limitrofe, per qualche secolo. Dopo la morte di Lodovico la rocca fu progressivamente abbandonata a sé stessa, la vicinanza con la riva la rendeva difficilmente difendibile.Nel corso dei secoli successivi divenne rifugio di contrabbandieri, fu usata da pescatori e fu persino sede di una banda di falsari. Attualmente rimangono solo le rovine delle antiche fortificazioni
Situato nell'area centrale del paese, del turrito castello di origine medioevale oggi non restano che i bastioni e la torre di avvistamento. Eretto nel 1154 per volere dei marchesi d'Incisa venne distrutto dai savoiardi nel 1634, ma fu ricostruito più volte perché subì numerose distruzioni durante le guerre che insanguinarono il Monferrato nei due secoli successivi. L'ultimo importante restauro è avvenuto nel XVII secolo in cui furono rifabbricate le torri, il dongione e riparata la parte situata a ponente danneggiata da grave incendio.
Attualmente l'area del castello e della vestigia che ancora restano dopo i vari crolli subiti (1945-1952-1961) è di proprietà del Comune di Castelnuovo Calcea, che nel 1985 ha acquistato il sito. Nel 1989 si sono avviati i primi interventi di pulizia e di recupero delle strutture murarie (cortile, ingresso). Nel 1998 viene finalmente consolidata e recuperata la torre circolare di avvistamento (simbolo dello stemma comunale), alla cui ombra è stato ricavato un ampio cortile, suggestivo palcoscenico di varie manifestazioni estive (serate danzanti e gastronomiche, concerti, rappresentazioni teatrali...).
Nell'estate 2004 vengono sistemati "La terrazza degli Ulivi", il camminamento sotterraneo che accede sulla sommità dell'area, adibita a verde pubblico e punto panoramico "Dagli Appennini alle Alpi".
Info Tel: +39 0141 957125, +39 347 0834805 || Email: [email protected] || Web: http://www.comune.castelnuovocalcea.at.it https://www.facebook.com/Comune-di-Castelnuovo-Calcea-AT-1389207471406598/
Aperture Accesso libero tutto l'anno, comprese le festività (Pasqua; Pasquetta; 25 aprile; 1 maggio; 2 giugno; 15 agosto; 1 novembre).
Visite guidate: 15 aprile; 13 maggio (10.00-18.00); 24 giugno; 29 luglio; 30 settembre; con orario 15.00-18.00. Orari: Feriali 9.00-13.00;
sabato, domenica e festivi 10.00-17.00 (autunno/inverno),
10.00-19.00 (primavera/estate).
Visite guidate 15.00-18.00; su prenotazione per visitatori individuali (min. 6 persone) e gruppi.
Prezzi Gratuito
Situato nell'area centrale del paese, del turrito castello di origine medioevale oggi non restano che i bastioni e la torre di avvistamento. Eretto nel 1154 per volere dei marchesi d'Incisa venne distrutto dai savoiardi nel 1634, ma fu ricostruito più volte perché subì numerose distruzioni durante le guerre che insanguinarono il Monferrato nei due secoli successivi. L'ultimo importante restauro è avvenuto nel XVII secolo in cui furono rifabbricate le torri, il dongione e riparata la parte situata a ponente danneggiata da grave incendio.
Attualmente l'area del castello e della vestigia che ancora restano dopo i vari crolli subiti (1945-1952-1961) è di proprietà del Comune di Castelnuovo Calcea, che nel 1985 ha acquistato il sito. Nel 1989 si sono avviati i primi interventi di pulizia e di recupero delle strutture murarie (cortile, ingresso). Nel 1998 viene finalmente consolidata e recuperata la torre circolare di avvistamento (simbolo dello stemma comunale), alla cui ombra è stato ricavato un ampio cortile, suggestivo palcoscenico di varie manifestazioni estive (serate danzanti e gastronomiche, concerti, rappresentazioni teatrali...).
Nell'estate 2004 vengono sistemati "La terrazza degli Ulivi", il camminamento sotterraneo che accede sulla sommità dell'area, adibita a verde pubblico e punto panoramico "Dagli Appennini alle Alpi".
Info Tel: +39 0141 957125, +39 347 0834805 || Email: [email protected] || Web: http://www.comune.castelnuovocalcea.at.it https://www.facebook.com/Comune-di-Castelnuovo-Calcea-AT-1389207471406598/
Aperture Accesso libero tutto l'anno, comprese le festività (Pasqua; Pasquetta; 25 aprile; 1 maggio; 2 giugno; 15 agosto; 1 novembre).
Visite guidate: 15 aprile; 13 maggio (10.00-18.00); 24 giugno; 29 luglio; 30 settembre; con orario 15.00-18.00. Orari: Feriali 9.00-13.00;
sabato, domenica e festivi 10.00-17.00 (autunno/inverno),
10.00-19.00 (primavera/estate).
Visite guidate 15.00-18.00; su prenotazione per visitatori individuali (min. 6 persone) e gruppi.
Prezzi Gratuito
Cenni storici È una villa-castello della fine degli anni Venti, in stile Neogotico, ai piedi del Monferrato. È situata a Balzola (AL), a km.5 da Casale Monferrato, in Piemonte.
Progettato dall'Arch. Carrera, è circondato da un muro di cinta merlato; ha una piccola meravigliosa cappella; sontuosi mobili originali di Aldo Boggione; porte intarsiate; vetrate a piombo del Prof. Siletti ad opera della Vetreria Janni di Torino; pareti ricoperte di seta e decorazioni pittoriche di Angelo Bigatto; lampadari in vetro di Murano e in ferro battuto; pavimenti a parquet, pietra, mosaico,e così via, tutto di altissimo pregio artistico.
Si sviluppa su 8 livelli per un'altezza di 30 metri, più di 600 mq. di sup., scalinate esterne ed interne, balconi e terrazze, illuminazione notturna esterna e un gradevole giardino storico pensile.
Per un breve periodo il castello venne utilizzato da tre ufficiali tedeschi che avevano sistemato nella torre più alta una rudimentale apparecchiatura radar per l'ascolto antiaereo.
Negli ultimi 5 anni il maniero e` stato opera di costante restauro; il piano terra è stato adibito a location per piccole cerimonie ed eventi.
Info Mail: [email protected]
Cenni storici È una villa-castello della fine degli anni Venti, in stile Neogotico, ai piedi del Monferrato. È situata a Balzola (AL), a km.5 da Casale Monferrato, in Piemonte.
Progettato dall'Arch. Carrera, è circondato da un muro di cinta merlato; ha una piccola meravigliosa cappella; sontuosi mobili originali di Aldo Boggione; porte intarsiate; vetrate a piombo del Prof. Siletti ad opera della Vetreria Janni di Torino; pareti ricoperte di seta e decorazioni pittoriche di Angelo Bigatto; lampadari in vetro di Murano e in ferro battuto; pavimenti a parquet, pietra, mosaico,e così via, tutto di altissimo pregio artistico.
Si sviluppa su 8 livelli per un'altezza di 30 metri, più di 600 mq. di sup., scalinate esterne ed interne, balconi e terrazze, illuminazione notturna esterna e un gradevole giardino storico pensile.
Per un breve periodo il castello venne utilizzato da tre ufficiali tedeschi che avevano sistemato nella torre più alta una rudimentale apparecchiatura radar per l'ascolto antiaereo.
Negli ultimi 5 anni il maniero e` stato opera di costante restauro; il piano terra è stato adibito a location per piccole cerimonie ed eventi.
Info Mail: [email protected]
Cenni storici Nel 1039 c'è la prima attestazione scritta della sua presenza: il castello fa parte dei beni del nobile Guala di Casalvolone, da cui successivamente discende il ceppo familiare dei signori di Buronzo. Questi ultimi, con il basso medioevo, si dividono in sette rami, o colonnellati, dando forma ad un sistema di gestione del castello basato su una sorta di condominio signorile. Specchio di questa suddivisione è la struttura del castello: tanti colonnellati, altrettante caseforti, che nei secoli via via crescono intorno al nucleo originario del complesso, costituito da una torre ed un recinto fortificato nati nell'XI secolo.
Nel 1373 Buronzo entra nell'orbita sabauda, che garantisce alcuni decenni di sostanziale tranquillità, destinata a durare sino al secolo successivo, quando anche il Vercellese viene pesantemente coinvolto nelle guerre franco-ispaniche. Tornata la pace, con i secoli successivi numerose ristrutturazioni o ricostruzioni arricchiscono notevolmente il complesso.
La leggibilità delle parti più significative del castello è oggi pienamente apprezzabile grazie ad un restauro condotto tra il 2006 ed il 2008.
Info Tel: +39 339 1811017 | Email: info@castellodiburonzo. | Web: http://www.castellodiburonzo.it https://www.facebook.com/Castello-Di-Buronzo-495405403950293/
Aperture 2018: 18 marzo; 15 aprile; 13 maggio; 3 e 17 giugno; 16 settembre; 21 ottobre. Aperto su prenotazione per gruppi (min. 15 persone). Orario: Visite guidate dalle 15.00 alle 18.00 (ultima 16.30)
Prezzo Intero € 5; scuole (con attività dedicata) € 5 (proposte didattiche su www.castellodiburonzo.it);
gratuito fino a 14 anni.
Cenni storici Nel 1039 c'è la prima attestazione scritta della sua presenza: il castello fa parte dei beni del nobile Guala di Casalvolone, da cui successivamente discende il ceppo familiare dei signori di Buronzo. Questi ultimi, con il basso medioevo, si dividono in sette rami, o colonnellati, dando forma ad un sistema di gestione del castello basato su una sorta di condominio signorile. Specchio di questa suddivisione è la struttura del castello: tanti colonnellati, altrettante caseforti, che nei secoli via via crescono intorno al nucleo originario del complesso, costituito da una torre ed un recinto fortificato nati nell'XI secolo.
Nel 1373 Buronzo entra nell'orbita sabauda, che garantisce alcuni decenni di sostanziale tranquillità, destinata a durare sino al secolo successivo, quando anche il Vercellese viene pesantemente coinvolto nelle guerre franco-ispaniche. Tornata la pace, con i secoli successivi numerose ristrutturazioni o ricostruzioni arricchiscono notevolmente il complesso.
La leggibilità delle parti più significative del castello è oggi pienamente apprezzabile grazie ad un restauro condotto tra il 2006 ed il 2008.
Info Tel: +39 339 1811017 | Email: info@castellodiburonzo. | Web: http://www.castellodiburonzo.it https://www.facebook.com/Castello-Di-Buronzo-495405403950293/
Aperture 2018: 18 marzo; 15 aprile; 13 maggio; 3 e 17 giugno; 16 settembre; 21 ottobre. Aperto su prenotazione per gruppi (min. 15 persone). Orario: Visite guidate dalle 15.00 alle 18.00 (ultima 16.30)
Prezzo Intero € 5; scuole (con attività dedicata) € 5 (proposte didattiche su www.castellodiburonzo.it);
gratuito fino a 14 anni.
Edificato durante la creazione della Reggia di Venaria per l’allevamento delle cavalle di razza, venne in seguito destinato da Vittorio Emanuele II ad uso abitativo, divenendo ben presto sua residenza e luogo prediletto. Legato alle diverse attività venatorie del sovrano, il re potè qui coltivare, lontano dai doveri di corte, le sue molteplici passioni e il grande affetto rivolto a Rosa Vercellana, alla quale fu destinato il castello. Gli Appartamenti Reali, perfettamente arredati e conservati, sono costituiti da 20 ambienti di carattere intimo e familiare, che rivelano le scelte e il gusto del committente. Alla realtà storica si aggiunge ora l’importanza e il valore del patrimonio naturalistico del parco, con percorsi escursionistici fra alberi centenari e piccole perle architettoniche.
Info: tel.: +39 0114993371 || email: [email protected] || Sito: www.parchireali.gov.it/appartamentireali/
Aperture Dal 01-04-2018 al 31-12-2018
Lunedì: Chiuso
Martedì, Mercoledì, Giovedì, Venerdì: 10.00-16.00.
Sabato, Domenica: 10.00-17.00.
Prezzi
• Intero
€ 8,00 (Visite guidate alle: 10.30, 11.30, 14.00, 15.00, 16.00 e a seconda dell'orario del parco anche alle 17)
€ 20,00
(Reggia + Giardini + Castello della Mandria)
• Ridotto
€ 6,00 (giornalisti con tesserino,gruppi di minino 12 pax,insegnanti,maggiore 65 anni,studenti fino ai 26 anni)
€ 4,00 (studenti fino ai 26 anni)
€ 16,00 (giornalisti con tesserino,gruppi di minino 12 pax,maggiore 65 anni)
(Reggia + Giardini + Castello della Mandria)
€ 5,00
scuole
(Reggia + Giardini + Castello della Mandria)
• Gratuito
accompagnatori di disabili,compreso tra 0 e 6 anni,gruppi scolaresche,guide turistiche,,minore 18 anni,possessori di Abbonamento Musei,,possessori Torino+Piemonte Card,scuole,
piano terra / ground floor
Edificato durante la creazione della Reggia di Venaria per l’allevamento delle cavalle di razza, venne in seguito destinato da Vittorio Emanuele II ad uso abitativo, divenendo ben presto sua residenza e luogo prediletto. Legato alle diverse attività venatorie del sovrano, il re potè qui coltivare, lontano dai doveri di corte, le sue molteplici passioni e il grande affetto rivolto a Rosa Vercellana, alla quale fu destinato il castello. Gli Appartamenti Reali, perfettamente arredati e conservati, sono costituiti da 20 ambienti di carattere intimo e familiare, che rivelano le scelte e il gusto del committente. Alla realtà storica si aggiunge ora l’importanza e il valore del patrimonio naturalistico del parco, con percorsi escursionistici fra alberi centenari e piccole perle architettoniche.
Info: tel.: +39 0114993371 || email: [email protected] || Sito: www.parchireali.gov.it/appartamentireali/
Aperture Dal 01-04-2018 al 31-12-2018
Lunedì: Chiuso
Martedì, Mercoledì, Giovedì, Venerdì: 10.00-16.00.
Sabato, Domenica: 10.00-17.00.
Prezzi
• Intero
€ 8,00 (Visite guidate alle: 10.30, 11.30, 14.00, 15.00, 16.00 e a seconda dell'orario del parco anche alle 17)
€ 20,00
(Reggia + Giardini + Castello della Mandria)
• Ridotto
€ 6,00 (giornalisti con tesserino,gruppi di minino 12 pax,insegnanti,maggiore 65 anni,studenti fino ai 26 anni)
€ 4,00 (studenti fino ai 26 anni)
€ 16,00 (giornalisti con tesserino,gruppi di minino 12 pax,maggiore 65 anni)
(Reggia + Giardini + Castello della Mandria)
€ 5,00
scuole
(Reggia + Giardini + Castello della Mandria)
• Gratuito
accompagnatori di disabili,compreso tra 0 e 6 anni,gruppi scolaresche,guide turistiche,,minore 18 anni,possessori di Abbonamento Musei,,possessori Torino+Piemonte Card,scuole,
piano terra / ground floor
L'attuale castello di Fossano è il risultato della costruzione iniziata da Filippo d'Acaja nel 1314. In precedenza, sullo stesso sito, esisteva già un baluardo di difesa, la "bicocca", costruito poco dopo il 1236. Un primo ampliamento inizia nel 1324. Le parti essenziali del castello furono terminate nel 1332 e la struttura si presentava a pianta quadrata perfettamente regolare e con torri quadrangolari agli spigoli, ruotate di quarantacinque gradi. Con l'estinzione della famiglia Acaja, il castello di Fossano passò ai Savoia e trasformato dal duca Amedeo d'Aosta in elegante residenza, destinata ad accogliere la grande corte e il governo ducale. Nel Cinquecento furono realizzati ulteriori ristrutturazioni dell'edificio al fine di renderlo ancora più confortevole. In quegli anni viene chiamato Giovanni Caracca ad eseguire le decorazioni interne. Fu quindi tra i secoli XVI e XVII che il castello attraversò il periodo più florido, quando anche la Madama Reale Cristina di Francia vi abitò: fu abbellito con stucchi e dipinti, oggi quasi del tutto perduti, mentre due torri furono rivisitate con l'aggiunta di gallerie belvedere. Successivi ampliamenti si ebbero nel Seicento quando il castello fu trasformato in carcere. Fu allora che i grandi saloni furono trasformati in piccole celle. E si avviò ad un periodo di decadenza. Nella seconda metà del Novecento si intrapresero i lavori di recupero e la fortezza degli Acaja fu adibita a sede della Biblioteca civica e dell'Archivio di Stato, ritornando agli antichi splendori.
Info Tel: +39 0172 60160, 800210762 (N. VERDE) Fax: +39 0172 60160 || Email: [email protected] || Web: http://www.visitfossano.it https://www.facebook.com/visitfossano/ http://twitter.com/Visit_Fossano
Aperture (2018) Fino all'8 dicembre: da mercoledì a domenica;
dal 9 al 31 dicembre da mercoledì a sabato.
Aperto nelle festività: Pasqua; Pasquetta; 25 aprile; 1 maggio; 2 giugno;1 novembre; 8 dicembre.
Aperto su prenotazione per visitatori individuali (min. 6 persone) e gruppi (min. 12 persone).
Prezzi Gratuito. Biglietto in via di definizione.
L'attuale castello di Fossano è il risultato della costruzione iniziata da Filippo d'Acaja nel 1314. In precedenza, sullo stesso sito, esisteva già un baluardo di difesa, la "bicocca", costruito poco dopo il 1236. Un primo ampliamento inizia nel 1324. Le parti essenziali del castello furono terminate nel 1332 e la struttura si presentava a pianta quadrata perfettamente regolare e con torri quadrangolari agli spigoli, ruotate di quarantacinque gradi. Con l'estinzione della famiglia Acaja, il castello di Fossano passò ai Savoia e trasformato dal duca Amedeo d'Aosta in elegante residenza, destinata ad accogliere la grande corte e il governo ducale. Nel Cinquecento furono realizzati ulteriori ristrutturazioni dell'edificio al fine di renderlo ancora più confortevole. In quegli anni viene chiamato Giovanni Caracca ad eseguire le decorazioni interne. Fu quindi tra i secoli XVI e XVII che il castello attraversò il periodo più florido, quando anche la Madama Reale Cristina di Francia vi abitò: fu abbellito con stucchi e dipinti, oggi quasi del tutto perduti, mentre due torri furono rivisitate con l'aggiunta di gallerie belvedere. Successivi ampliamenti si ebbero nel Seicento quando il castello fu trasformato in carcere. Fu allora che i grandi saloni furono trasformati in piccole celle. E si avviò ad un periodo di decadenza. Nella seconda metà del Novecento si intrapresero i lavori di recupero e la fortezza degli Acaja fu adibita a sede della Biblioteca civica e dell'Archivio di Stato, ritornando agli antichi splendori.
Info Tel: +39 0172 60160, 800210762 (N. VERDE) Fax: +39 0172 60160 || Email: [email protected] || Web: http://www.visitfossano.it https://www.facebook.com/visitfossano/ http://twitter.com/Visit_Fossano
Aperture (2018) Fino all'8 dicembre: da mercoledì a domenica;
dal 9 al 31 dicembre da mercoledì a sabato.
Aperto nelle festività: Pasqua; Pasquetta; 25 aprile; 1 maggio; 2 giugno;1 novembre; 8 dicembre.
Aperto su prenotazione per visitatori individuali (min. 6 persone) e gruppi (min. 12 persone).
Prezzi Gratuito. Biglietto in via di definizione.
Erede dell'agglomerato romano si forma nei secoli X-XI un nucleo di sommità sotto la protezione del castello, già testimoniato nel 996. Nel medioevo fu borgo nuovo del Comune di Asti con funzione di difesa.
Castello e paese furono infeudati, nel 1240, alla nobile famiglia astigiana degli Alfieri.
In un secondo tempo il feudo venne frazionato tra i vari componenti del casato e nei primi anni del Quattrocento il potere della famiglia attraversò la crisi: una parte del feudo venne attribuita ai Damiano e le altre ai Roero, Malabayla e Parato di Castellinaldo. Nonostante ciò gli Alfieri continuarono a mantenere la supremazia sul territorio.
Nel ‘600 il dominio sulla zona appartenne ai Savoia; il conte Catalano Alfieri, generale di fanteria sabauda si fece costruire, sul luogo della fortezza medievale, una sontuosa residenza: un fabbricato imponente dalle linee severe e allo stesso tempo aggraziate del barocco maturo piemontese.
Con l'estinzione di quel ramo della famiglia, nel 1797, il castello passò in eredità agli Alfieri di Sostegno, signori di S. Martino.
La leggenda vuole che Vittorio Alfieri, in quel castello, osservando un dipinto di Cleopatra nell'atto di farsi mordere dall'aspide, avesse avuto l'ispirazione per la composizione del "Saul". La sua biografia certifica invece di essere vissuto nel castello del patrigno, il cav. Giacinto Alfieri di Magliano solo fino all'età di nove anni.
Oggi il castello è proprietà del Comunale. L'ultima discendente del casato, la marchesa Margherita Visconti Venosta Pallavicino-Mossi lo lasciò in eredità alla Chiesa nel 1952.
Info Tel: +39 0173 66117, +39 335 5652312, Fax: +39 0173 66574 || Email: [email protected] || Web: http://www.comune.maglianoalfieri.cn.it http://www.amicicastelloalfieri.org https://it-it.facebook.com/Castello-di-Magliano-Alfieri-853583661357143/
Aperture (2018)
Da aprile ad ottobre: sabato e domenica.
Aperto nelle festività: Pasquetta; 25 aprile; 1 maggio; 2 giugno; 15 agosto.
Aperto su prenotazione per gruppi (min. 10 persone). Dalle 10:30 alle 18:30.
Prezzi Intero € 4; ridotto (12-18 anni, over 65) e gruppi (min. 10 persone) € 3, con guida € 4; scuole € 2; gratuito fino a 11 anni, residenti Magliano Alfieri.
Erede dell'agglomerato romano si forma nei secoli X-XI un nucleo di sommità sotto la protezione del castello, già testimoniato nel 996. Nel medioevo fu borgo nuovo del Comune di Asti con funzione di difesa.
Castello e paese furono infeudati, nel 1240, alla nobile famiglia astigiana degli Alfieri.
In un secondo tempo il feudo venne frazionato tra i vari componenti del casato e nei primi anni del Quattrocento il potere della famiglia attraversò la crisi: una parte del feudo venne attribuita ai Damiano e le altre ai Roero, Malabayla e Parato di Castellinaldo. Nonostante ciò gli Alfieri continuarono a mantenere la supremazia sul territorio.
Nel ‘600 il dominio sulla zona appartenne ai Savoia; il conte Catalano Alfieri, generale di fanteria sabauda si fece costruire, sul luogo della fortezza medievale, una sontuosa residenza: un fabbricato imponente dalle linee severe e allo stesso tempo aggraziate del barocco maturo piemontese.
Con l'estinzione di quel ramo della famiglia, nel 1797, il castello passò in eredità agli Alfieri di Sostegno, signori di S. Martino.
La leggenda vuole che Vittorio Alfieri, in quel castello, osservando un dipinto di Cleopatra nell'atto di farsi mordere dall'aspide, avesse avuto l'ispirazione per la composizione del "Saul". La sua biografia certifica invece di essere vissuto nel castello del patrigno, il cav. Giacinto Alfieri di Magliano solo fino all'età di nove anni.
Oggi il castello è proprietà del Comunale. L'ultima discendente del casato, la marchesa Margherita Visconti Venosta Pallavicino-Mossi lo lasciò in eredità alla Chiesa nel 1952.
Info Tel: +39 0173 66117, +39 335 5652312, Fax: +39 0173 66574 || Email: [email protected] || Web: http://www.comune.maglianoalfieri.cn.it http://www.amicicastelloalfieri.org https://it-it.facebook.com/Castello-di-Magliano-Alfieri-853583661357143/
Aperture (2018)
Da aprile ad ottobre: sabato e domenica.
Aperto nelle festività: Pasquetta; 25 aprile; 1 maggio; 2 giugno; 15 agosto.
Aperto su prenotazione per gruppi (min. 10 persone). Dalle 10:30 alle 18:30.
Prezzi Intero € 4; ridotto (12-18 anni, over 65) e gruppi (min. 10 persone) € 3, con guida € 4; scuole € 2; gratuito fino a 11 anni, residenti Magliano Alfieri.
Cenni storici L’ingresso è verso il Paese ed è collocato fianco della torre di difesa, che negli antichi tempi era munita di ponte levatoio di cui ancora oggidì se ne scorgono le visibili tracce in quella stessa torre. Un’altra torre di guardia si elevava di forma rotonda, sull’angolo nord del castello ed era collocata quasi di rimpetto all’attuale Canonica, la quale venne demolita in principio di questo secolo. Altra torre di guardia serviva l’attuale Campanile sulla quale stava collocata la Campana feudale. Questa torre poi sullo scorcio del 1500 venne ceduta o donata dal feudatario per uso di Campanile della parrocchia. Il Castello sorge in posizione strategica, ed è il monumento più vetusto di Basaluzzo.
Cenni storici L’ingresso è verso il Paese ed è collocato fianco della torre di difesa, che negli antichi tempi era munita di ponte levatoio di cui ancora oggidì se ne scorgono le visibili tracce in quella stessa torre. Un’altra torre di guardia si elevava di forma rotonda, sull’angolo nord del castello ed era collocata quasi di rimpetto all’attuale Canonica, la quale venne demolita in principio di questo secolo. Altra torre di guardia serviva l’attuale Campanile sulla quale stava collocata la Campana feudale. Questa torre poi sullo scorcio del 1500 venne ceduta o donata dal feudatario per uso di Campanile della parrocchia. Il Castello sorge in posizione strategica, ed è il monumento più vetusto di Basaluzzo.
Cenni storici Nel 1320 i Conti Cepollini fecero costruire nel sito di Alto un Castello rafforzato da due torrioni circolari. La fortezza è da una natura selvaggia e incontaminata, sulla quale domina per eleganza ed essenzialità. La facciata sulla valle si caratterizza per una loggia panoramica del XV secolo, testimonianza di una funzione di sola residenza, così come le ampie finestre e il terrazzo. Durante l’invasione francese del 1796 il Castello fu saccheggiato e in parte distrutto, restando in queste condizioni fino al XIX secolo, quando venne riadattato con l’abbattimento delle parti più alte dei due torrioni e la copertura a falde.
Info Tel. +39.0183.292530 | Mail: [email protected]
Aperture aperto per gruppi su prenotazione, tel. +39 0183292671 (Don Ruffino, curia di Albenga)
Prezzi n.d.
Cenni storici Nel 1320 i Conti Cepollini fecero costruire nel sito di Alto un Castello rafforzato da due torrioni circolari. La fortezza è da una natura selvaggia e incontaminata, sulla quale domina per eleganza ed essenzialità. La facciata sulla valle si caratterizza per una loggia panoramica del XV secolo, testimonianza di una funzione di sola residenza, così come le ampie finestre e il terrazzo. Durante l’invasione francese del 1796 il Castello fu saccheggiato e in parte distrutto, restando in queste condizioni fino al XIX secolo, quando venne riadattato con l’abbattimento delle parti più alte dei due torrioni e la copertura a falde.
Info Tel. +39.0183.292530 | Mail: [email protected]
Aperture aperto per gruppi su prenotazione, tel. +39 0183292671 (Don Ruffino, curia di Albenga)
Prezzi n.d.
È lungo l'antica Via del Sale, che collegava Piemonte alla Liguria, che si trova il castello di Saliceto.
L'esistenza di un nucleo abitato sopra la collina, detta della Rosa, è documentata prima del X secolo, suddiviso in Borgovero e Borgoforte, entrambi abbattuti dai saraceni durante una scorreria a metà X secolo.
Appartenne prima al vescovo di Savona, poi al comune di Asti e dal 1251 al 1532 ai Del Carretto, quando Carlo V lo dona ai Savoia, i quali ne infeudarono la famiglia Damiani di Priocca.
Nel 1689 il castello subì l'assedio dell'esercito spagnolo: colpito da una fucilata, muore don Martino d'Aragona, comandante dell'esercito spagnolo. Per vendetta, gli iberici rasero al suolo la costruzione. Restaurato per l'ennesima volta dai Del Carretto, nel 1796 Napoleone vi insediò il quartier generale per qualche tempo.
Edificato come fortilizio, tra i secoli XII-XIII, si presenta oggi come una poderosa struttura residenziale a pianta trapezoidale, rinforzata da tre torri agli angoli. Una quarta torre, di cui si notano le vestigia sul muro, fu spianata durante l'assedio spagnolo.
Sebbene la struttura attuale sia il risultato di successive ricostruzioni sono comunque leggibili i caratteri tipici delle architetture fortificate.
Info Tel: +39 342 3570641, +39 0174 98021 || Fax: +39 0174 98586 || Email: [email protected] || Web: http://www.comune.saliceto.cn.it
Aperture (2018)
Da aprile ad ottobre: domenica.
Aperto nelle festività: 1 maggio.
Aperto su prenotazione per visitatori individuali (min. 2 persone) e gruppi (min. 20 persone).
Prezzi Intero € 5; ridotto e gruppi (min. 30 persone) € 4; scuole € 3.
È lungo l'antica Via del Sale, che collegava Piemonte alla Liguria, che si trova il castello di Saliceto.
L'esistenza di un nucleo abitato sopra la collina, detta della Rosa, è documentata prima del X secolo, suddiviso in Borgovero e Borgoforte, entrambi abbattuti dai saraceni durante una scorreria a metà X secolo.
Appartenne prima al vescovo di Savona, poi al comune di Asti e dal 1251 al 1532 ai Del Carretto, quando Carlo V lo dona ai Savoia, i quali ne infeudarono la famiglia Damiani di Priocca.
Nel 1689 il castello subì l'assedio dell'esercito spagnolo: colpito da una fucilata, muore don Martino d'Aragona, comandante dell'esercito spagnolo. Per vendetta, gli iberici rasero al suolo la costruzione. Restaurato per l'ennesima volta dai Del Carretto, nel 1796 Napoleone vi insediò il quartier generale per qualche tempo.
Edificato come fortilizio, tra i secoli XII-XIII, si presenta oggi come una poderosa struttura residenziale a pianta trapezoidale, rinforzata da tre torri agli angoli. Una quarta torre, di cui si notano le vestigia sul muro, fu spianata durante l'assedio spagnolo.
Sebbene la struttura attuale sia il risultato di successive ricostruzioni sono comunque leggibili i caratteri tipici delle architetture fortificate.
Info Tel: +39 342 3570641, +39 0174 98021 || Fax: +39 0174 98586 || Email: [email protected] || Web: http://www.comune.saliceto.cn.it
Aperture (2018)
Da aprile ad ottobre: domenica.
Aperto nelle festività: 1 maggio.
Aperto su prenotazione per visitatori individuali (min. 2 persone) e gruppi (min. 20 persone).
Prezzi Intero € 5; ridotto e gruppi (min. 30 persone) € 4; scuole € 3.
Cenni storici L'antica Aquae Statiellae, nota probabilmente già nel II sec. a.C., era una città dotata di importanti impianti monumentali: acquedotto, teatro, anfiteatro, foro e terme. Le sue acque termali erano famose, tanto che Plinio annoverava le sue terme tra le migliori dell'impero. La costruzione del castello si data probabilmente all'XI secolo. Residenza dei vescovi-conti di Acqui fino alla metà del XIII secolo, divenne in seguito roccaforte del borgo medievale di Acqui e sede dei Governatori della città per passare poi, dalla fine del XIII sec., ai marchesi Paleologi. Nel 1430 Acqui Terme venne conquistata dagli Sforza. Con il ritorno al governo dei marchesi del Monferrato il castello venne riedificato e, nel 1533, passò ai Gonzaga di Mantova. Tra Cinque e Seicento subì vari attacchi da parte dei francesi e degli spagnoli che lo distrussero. La prima ricostruzione avvenne nel 1663 e si concluse nel 1815 da parte di Vittorio Emanuele I.
Info Tel: +39 0144 57555, +39331447019 | Email:[email protected] | Web:http://www.acquimusei.it https://www.facebook.com/Museo-Archeologico-di-Acqui-Terme-1421886314760356/
Aperture Aperto tutto l'anno. Dal 1 maggio al 30 settembre: da mercoledì a domenica 10.00-13.00, 16.00-20.00; dal 1 ottobre al 30 aprile: da mercoledì a sabato 9.30-13.30, 15.30-17.30, domenica 11.00-13.30, 15.30-17.30. Aperto nelle festività: 6 gennaio; Pasqua (15.30-17.30); 25 aprile; 1 maggio; 2 giugno; 15 agosto; 1 novembre; 8 e 26 dicembre. VISITE GUIDATE: 13 maggio; 1, 8, 15, 22, 29 luglio; 5, 19, 26 agosto; 2 e 9 settembre Visite guidate alle ore 16.30, 17.30 e 18.30
Prezzi Intero € 4; ridotto (7-18 anni, over 65) e gruppi (min. 20 persone) € 2; scuole € 1; gratuito fino a 6 anni, disabili.
Cenni storici L'antica Aquae Statiellae, nota probabilmente già nel II sec. a.C., era una città dotata di importanti impianti monumentali: acquedotto, teatro, anfiteatro, foro e terme. Le sue acque termali erano famose, tanto che Plinio annoverava le sue terme tra le migliori dell'impero. La costruzione del castello si data probabilmente all'XI secolo. Residenza dei vescovi-conti di Acqui fino alla metà del XIII secolo, divenne in seguito roccaforte del borgo medievale di Acqui e sede dei Governatori della città per passare poi, dalla fine del XIII sec., ai marchesi Paleologi. Nel 1430 Acqui Terme venne conquistata dagli Sforza. Con il ritorno al governo dei marchesi del Monferrato il castello venne riedificato e, nel 1533, passò ai Gonzaga di Mantova. Tra Cinque e Seicento subì vari attacchi da parte dei francesi e degli spagnoli che lo distrussero. La prima ricostruzione avvenne nel 1663 e si concluse nel 1815 da parte di Vittorio Emanuele I.
Info Tel: +39 0144 57555, +39331447019 | Email:[email protected] | Web:http://www.acquimusei.it https://www.facebook.com/Museo-Archeologico-di-Acqui-Terme-1421886314760356/
Aperture Aperto tutto l'anno. Dal 1 maggio al 30 settembre: da mercoledì a domenica 10.00-13.00, 16.00-20.00; dal 1 ottobre al 30 aprile: da mercoledì a sabato 9.30-13.30, 15.30-17.30, domenica 11.00-13.30, 15.30-17.30. Aperto nelle festività: 6 gennaio; Pasqua (15.30-17.30); 25 aprile; 1 maggio; 2 giugno; 15 agosto; 1 novembre; 8 e 26 dicembre. VISITE GUIDATE: 13 maggio; 1, 8, 15, 22, 29 luglio; 5, 19, 26 agosto; 2 e 9 settembre Visite guidate alle ore 16.30, 17.30 e 18.30
Prezzi Intero € 4; ridotto (7-18 anni, over 65) e gruppi (min. 20 persone) € 2; scuole € 1; gratuito fino a 6 anni, disabili.
Cenni storici: Fu Giovanni II Paleologo marchese di Monferrato a dare inizio alla costruzione del Castello, i cui lavori vennero portati a termine entro il 1357. Circa 120 anni dopo, Casale, ottenendo il ruolo di città, vede una serie di lavori generali che lo interessarano in una serie di ristrutturazioni. La forma esagonale delle mura che tutt'ora si vede verrà istituita dopo il passaggio dai Casale ai Gonzaga di Mantova. Sarà lo Stato Sabaudo a optare per l'abbattimento del rivellino orientale, quello rivolto verso la città, permettendo così uno spazio pubblico prima inesistente: l'attuale Piazza Castello, adibita a sede del mercato comunale. Con l'Unità d'Italia, saranno abbattuti pure i rimanenti tre rivellini.
Info Tel. 0142 444330, 0142 444329, 0142 444271, 0142 444273 | Mail: [email protected] | Sito: wwww.comune.casalemonferrato.al.it/castello
Aperture Aperto tutto l’anno: sabato e domenica 10.00-13.00, 15.00-19.00. Il secondo weekend del mese visite guidate. 6 gennaio; Pasqua; Pasquetta; 25 aprile; 1 maggio; 2 giugno; 8 dicembre. Aperto
su prenotazione per gruppi (min. 20 persone).
Prezzi Gratuito.
Cenni storici: Fu Giovanni II Paleologo marchese di Monferrato a dare inizio alla costruzione del Castello, i cui lavori vennero portati a termine entro il 1357. Circa 120 anni dopo, Casale, ottenendo il ruolo di città, vede una serie di lavori generali che lo interessarano in una serie di ristrutturazioni. La forma esagonale delle mura che tutt'ora si vede verrà istituita dopo il passaggio dai Casale ai Gonzaga di Mantova. Sarà lo Stato Sabaudo a optare per l'abbattimento del rivellino orientale, quello rivolto verso la città, permettendo così uno spazio pubblico prima inesistente: l'attuale Piazza Castello, adibita a sede del mercato comunale. Con l'Unità d'Italia, saranno abbattuti pure i rimanenti tre rivellini.
Info Tel. 0142 444330, 0142 444329, 0142 444271, 0142 444273 | Mail: [email protected] | Sito: wwww.comune.casalemonferrato.al.it/castello
Aperture Aperto tutto l’anno: sabato e domenica 10.00-13.00, 15.00-19.00. Il secondo weekend del mese visite guidate. 6 gennaio; Pasqua; Pasquetta; 25 aprile; 1 maggio; 2 giugno; 8 dicembre. Aperto
su prenotazione per gruppi (min. 20 persone).
Prezzi Gratuito.
Sul finire del Duecento Villanova e Moretta vennero acquistati e fortificati da Filippo di Savoia principe d'Acaia. Per esigenze militari, al fine di proteggere il confine con il marchesato di Saluzzo, venne realizzato un Castello militare ad impianto quadrilatero con 4 torri sporgenti a pianta poligonale, interamente circondato da un ampio fossato. Nel 1332 Villanova di Moretta passò ai Marchesi del Carretto che lo cedettero nel 1335 ai Falletti. Infeudato ai Solaro, antica famiglia patrizia, Villanova ne assunse il nome che salvo parentesi napoleoniche, si è conservato fino a oggi.
Nel 1800 la Contessa Eufrasia, ultima del ramo dei Solaro, trasformò il castello in edificio residenziale abbellendolo con uno splendido parco. Nel 1830 ospitò Silvio Pellico reduce dello Spielberg, il quale vi lesse nel 1831 i primi capitoli de "Le mie prigioni".
Nel 1997, sotto la direzione della famiglia Ronco, che tuttora gestisce la struttura, rinasce a nuova vita e diventa il "Ristorante Castello dei Solaro".
Info Tel: 0172 99365 || Email: [email protected] || Web: http://www.castellodeisolaro.it https://www.facebook.com/CastellodeiSolaro/ https://www.instagram.com/castellodeisolaro/
Sul finire del Duecento Villanova e Moretta vennero acquistati e fortificati da Filippo di Savoia principe d'Acaia. Per esigenze militari, al fine di proteggere il confine con il marchesato di Saluzzo, venne realizzato un Castello militare ad impianto quadrilatero con 4 torri sporgenti a pianta poligonale, interamente circondato da un ampio fossato. Nel 1332 Villanova di Moretta passò ai Marchesi del Carretto che lo cedettero nel 1335 ai Falletti. Infeudato ai Solaro, antica famiglia patrizia, Villanova ne assunse il nome che salvo parentesi napoleoniche, si è conservato fino a oggi.
Nel 1800 la Contessa Eufrasia, ultima del ramo dei Solaro, trasformò il castello in edificio residenziale abbellendolo con uno splendido parco. Nel 1830 ospitò Silvio Pellico reduce dello Spielberg, il quale vi lesse nel 1831 i primi capitoli de "Le mie prigioni".
Nel 1997, sotto la direzione della famiglia Ronco, che tuttora gestisce la struttura, rinasce a nuova vita e diventa il "Ristorante Castello dei Solaro".
Info Tel: 0172 99365 || Email: [email protected] || Web: http://www.castellodeisolaro.it https://www.facebook.com/CastellodeiSolaro/ https://www.instagram.com/castellodeisolaro/
Cenni storici Il castello, il cui nome deriva dai "roccoli", le reti utilizzate nella caccia agli uccelli di taglia piccola, nel 1831 fu acquistato dal marchese Roberto Tapparelli d'Azeglio che lo riedificò e trasformò secondo il gusto neogotico promosso dalla corte sabauda e in voga quell'epoca anche nel territorio saluzzese. Vicino alla residenza venne poi edificata una cappella, terminata nel 1842, mentre nella parte del parco antistante il castello venne costruita la monumentale struttura delle Serre, realizzata tra il 1846 e il 1850 e recentemente restaurata. Il castello ospitò nel corso degli anni personaggi illustri quali Silvio Pellico, il re Umberto I e la Regina Margherita. L'esterno del castello è un insieme armonico di archi moreschi, merli ghibellini, rosoni e decorazioni floreali. Intorno al castello si trova il meraviglioso parco di 500.000 metri quadri concepito secondo i canoni del giardino romantico. Il parco, che vide alcuni interventi del noto paesaggista Xavier Kurten, è percorso da numerosi sentieri, grotte, statue, ripari e punti panoramici.
Info Tel: +39 349 5094696 || Email: [email protected] || Web: http://www.castellodelroccolo.it https://www.facebook.com/castellodelroccolo/
Aperture (2018)
6, 13 e 20 maggio;
3 e 17 giugno;
1 e 15 luglio;
5 e 19 agosto;
2 e 16 settembre;
7 e 21 ottobre.
Orario: 14:30-19:00.
Aperto su prenotazione per gruppi (min. 20 persone).
Prezzi Intero € 5; ridotto (7-14 anni, over 65, ACLI, Abbonamento Musei) e gruppi (min. 20 persone) € 3; gratuito fino a 6 anni.
Cenni storici Il castello, il cui nome deriva dai "roccoli", le reti utilizzate nella caccia agli uccelli di taglia piccola, nel 1831 fu acquistato dal marchese Roberto Tapparelli d'Azeglio che lo riedificò e trasformò secondo il gusto neogotico promosso dalla corte sabauda e in voga quell'epoca anche nel territorio saluzzese. Vicino alla residenza venne poi edificata una cappella, terminata nel 1842, mentre nella parte del parco antistante il castello venne costruita la monumentale struttura delle Serre, realizzata tra il 1846 e il 1850 e recentemente restaurata. Il castello ospitò nel corso degli anni personaggi illustri quali Silvio Pellico, il re Umberto I e la Regina Margherita. L'esterno del castello è un insieme armonico di archi moreschi, merli ghibellini, rosoni e decorazioni floreali. Intorno al castello si trova il meraviglioso parco di 500.000 metri quadri concepito secondo i canoni del giardino romantico. Il parco, che vide alcuni interventi del noto paesaggista Xavier Kurten, è percorso da numerosi sentieri, grotte, statue, ripari e punti panoramici.
Info Tel: +39 349 5094696 || Email: [email protected] || Web: http://www.castellodelroccolo.it https://www.facebook.com/castellodelroccolo/
Aperture (2018)
6, 13 e 20 maggio;
3 e 17 giugno;
1 e 15 luglio;
5 e 19 agosto;
2 e 16 settembre;
7 e 21 ottobre.
Orario: 14:30-19:00.
Aperto su prenotazione per gruppi (min. 20 persone).
Prezzi Intero € 5; ridotto (7-14 anni, over 65, ACLI, Abbonamento Musei) e gruppi (min. 20 persone) € 3; gratuito fino a 6 anni.
Cenni storici Nata nel XIII secolo come avamposto militare, la roccaforte subì un’importante trasformazione nel Quattrocento grazie al colto e illuminato Valerano, signore e reggente del Marchesato di Saluzzo, che la trasformò in una fastosa dimora di famiglia in concomitanza con l’istituzione del feudo della Manta. Fu lui a volere arricchire la Sala Baronale con i bellissimi affreschi che oggi costituiscono testimonianze uniche della cultura cavalleresca del tempo.
Da visitare anche gli ambienti di servizio con le cantine e il cucinone con la gran volta a botte e un grandioso camino, la chiesa castellana, voluta da Valerano e impreziosita con importanti affreschi dedicati alla Passione di Cristo, e, infine, il parco ampio ed ombreggiato da cui si gode di un’incantevole vista sulle ridenti colline della val Varaita.
Il Castello della Manta fa parte del progetto "Les Ducs des Alpes/I Duchi delle Alpi" , un itinerario dedicato alla storia del Casato dei Savoia.
Info Tel. 0175 87822 || Mail: [email protected] || Sito: https://www.fondoambiente.it/luoghi/castello-della-manta
Aperture dal martedì alla domenica (da marzo fino al 9 dicembre) 10:00 - 18:00.
Prezzo Iscritti FAI: ingresso gratuito; Intero: € 8; Ridotto (4-14 anni): € 4; Bambini sotto i 4 anni: ingresso gratuito; Studenti fino ai 26 anni: € 5; Soci National Trust*, Soci Bienfaiteurs Amis du Louvre, residenti del Comune di Manta, portatori di handicap con un accompagnatore: ingresso gratuito; Pacchetto famiglia: € 22. Consente l’ingresso con tariffe ridotte per i gruppi famigliari composti da 2 adulti e 2 bambini (4 - 14 anni). A partire dal terzo bambino, ogni ingresso è gratuito.
Cenni storici Nata nel XIII secolo come avamposto militare, la roccaforte subì un’importante trasformazione nel Quattrocento grazie al colto e illuminato Valerano, signore e reggente del Marchesato di Saluzzo, che la trasformò in una fastosa dimora di famiglia in concomitanza con l’istituzione del feudo della Manta. Fu lui a volere arricchire la Sala Baronale con i bellissimi affreschi che oggi costituiscono testimonianze uniche della cultura cavalleresca del tempo.
Da visitare anche gli ambienti di servizio con le cantine e il cucinone con la gran volta a botte e un grandioso camino, la chiesa castellana, voluta da Valerano e impreziosita con importanti affreschi dedicati alla Passione di Cristo, e, infine, il parco ampio ed ombreggiato da cui si gode di un’incantevole vista sulle ridenti colline della val Varaita.
Il Castello della Manta fa parte del progetto "Les Ducs des Alpes/I Duchi delle Alpi" , un itinerario dedicato alla storia del Casato dei Savoia.
Info Tel. 0175 87822 || Mail: [email protected] || Sito: https://www.fondoambiente.it/luoghi/castello-della-manta
Aperture dal martedì alla domenica (da marzo fino al 9 dicembre) 10:00 - 18:00.
Prezzo Iscritti FAI: ingresso gratuito; Intero: € 8; Ridotto (4-14 anni): € 4; Bambini sotto i 4 anni: ingresso gratuito; Studenti fino ai 26 anni: € 5; Soci National Trust*, Soci Bienfaiteurs Amis du Louvre, residenti del Comune di Manta, portatori di handicap con un accompagnatore: ingresso gratuito; Pacchetto famiglia: € 22. Consente l’ingresso con tariffe ridotte per i gruppi famigliari composti da 2 adulti e 2 bambini (4 - 14 anni). A partire dal terzo bambino, ogni ingresso è gratuito.
Cenni Storici Buona parte del castello della struttura odierna risale ai primi decenni del XV secolo, costruita probabilmente sui resti del perimetro fortificato originario. Come testimonia un documento del 1186 esso comprendeva inizialmente l'antica chiesa di S. Michele. L'accesso, un tempo sul lato meridionale, è ora su quello settentrionale. Esso consiste in un imponente mastio, costruito con pietra squadrata. All’interno è decorato con affreschi risalenti al 1410 tra cui una bellissima Madonna in trono con Bambino.
Info n.d.
Aperture n.d.
Prezzi n.d.
Cenni Storici Buona parte del castello della struttura odierna risale ai primi decenni del XV secolo, costruita probabilmente sui resti del perimetro fortificato originario. Come testimonia un documento del 1186 esso comprendeva inizialmente l'antica chiesa di S. Michele. L'accesso, un tempo sul lato meridionale, è ora su quello settentrionale. Esso consiste in un imponente mastio, costruito con pietra squadrata. All’interno è decorato con affreschi risalenti al 1410 tra cui una bellissima Madonna in trono con Bambino.
Info n.d.
Aperture n.d.
Prezzi n.d.
Cenni storici Realizzato tra l’XI e il XII secolo, oggi è noto come il “Castello dei Concerti”, grazie all’impegno dell’attuale proprietaria Marlaena Kessick (flautista, direttore d’orchestra e compositrice) che, con l’ente concerti Castello di Belveglio, organizza dal 1976 preziosi momenti musicali.
Attraverso l’attività senza fini di lucro, l’ente offre concerti di musica classica e contemporanea, con diffusione ed educazione della conoscenza musicale, e promozione di giovani musicisti attraverso concorsi. In Piemonte, l’ente ha organizzato oltre 1500 concerti ad ingresso gratuito. L’ente organizza inoltre il Concorso Nazionale di Composizione (dal 1980); il Concorso Internazionale “Giulietta Simionato “ per cantanti lirici (dal 1993); il Concorso “Alice Bel Colle” di esecuzione e composizione musicale; la Rassegna Compagnia di San Paolo di Torino; il Festival “Note e Sipari del Monferrato”.
Cenni storici Realizzato tra l’XI e il XII secolo, oggi è noto come il “Castello dei Concerti”, grazie all’impegno dell’attuale proprietaria Marlaena Kessick (flautista, direttore d’orchestra e compositrice) che, con l’ente concerti Castello di Belveglio, organizza dal 1976 preziosi momenti musicali.
Attraverso l’attività senza fini di lucro, l’ente offre concerti di musica classica e contemporanea, con diffusione ed educazione della conoscenza musicale, e promozione di giovani musicisti attraverso concorsi. In Piemonte, l’ente ha organizzato oltre 1500 concerti ad ingresso gratuito. L’ente organizza inoltre il Concorso Nazionale di Composizione (dal 1980); il Concorso Internazionale “Giulietta Simionato “ per cantanti lirici (dal 1993); il Concorso “Alice Bel Colle” di esecuzione e composizione musicale; la Rassegna Compagnia di San Paolo di Torino; il Festival “Note e Sipari del Monferrato”.
Il castello di Briona, di proprietà dei marchesi Solaroli, domina la pianura circostante e l'abitato dal retrostante pendio collinare. Le prime testimonianze della presenza di un edificio fortificato in questo luogo risalgono al 1140. Il complesso si presenta come un perfetto quadrilatero in buono stato di conservazione; nel corso dei secoli fu più volte riadattato ed è tuttora abitato. Le strutture risalgono prevalentemente al XIV e XV secolo; l'aspetto attuale, con ogni probabilità, gli fu dato alla fine del XV dal marchese Manfredo I Tornielli. All'interno è racchiuso un cortile pensile posto all'altezza del primo piano, sorretto da volte a crociera che posano su un pilastro centrale. Al piano terra si trovano la sala capitolare e la cripta. La struttura è sovrastata da un'alta torre con piccionaia ed è circondata da un parco.
Info Tel.+39 0321 826386 || Sito: http://www.comune.briona.no.it/it-it/vivere-il-comune/cosa-vedere/castello-di-briona-sec-xv-955-1-616af6b5ca7af3d24d9e8ff04483b429
Il castello di Briona, di proprietà dei marchesi Solaroli, domina la pianura circostante e l'abitato dal retrostante pendio collinare. Le prime testimonianze della presenza di un edificio fortificato in questo luogo risalgono al 1140. Il complesso si presenta come un perfetto quadrilatero in buono stato di conservazione; nel corso dei secoli fu più volte riadattato ed è tuttora abitato. Le strutture risalgono prevalentemente al XIV e XV secolo; l'aspetto attuale, con ogni probabilità, gli fu dato alla fine del XV dal marchese Manfredo I Tornielli. All'interno è racchiuso un cortile pensile posto all'altezza del primo piano, sorretto da volte a crociera che posano su un pilastro centrale. Al piano terra si trovano la sala capitolare e la cripta. La struttura è sovrastata da un'alta torre con piccionaia ed è circondata da un parco.
Info Tel.+39 0321 826386 || Sito: http://www.comune.briona.no.it/it-it/vivere-il-comune/cosa-vedere/castello-di-briona-sec-xv-955-1-616af6b5ca7af3d24d9e8ff04483b429
Cenni storici l Castello vanta origini antichissime risalenti ai primi anni del Mille. Sul finire del '600 la famiglia Frichignono, che ne fu proprietaria fino al 1883, cominciò la trasformazione della fortezza in residenza signorile, ingentilendo l'edificio con affreschi, stucchi e giardini terrazzati tuttora esistenti. Nel castello vissero, tra gli altri, l'illustre chirurgo Alessandro Sella (1810-1872) e lo storico Avv. Luigi Borello (1880-1946). Gli attuali proprietari, che risiedono stabilmente nel Castello, stanno portando avanti da decenni un'attenta opera di restauro dell'intero edificio.Le cantine ospitano la famosa casa vitivinicola Centovigne. Il Castello è una bellissima location per ricevimenti e offre tre camere signorili con formula B&B, una "suite nuziale" e due appartamenti-vacanza (2 + 2 posti letto cad.)
Info Tel:+39 335 525289 || Email: [email protected], info@centovigne. || Web: http://www.castellengo.ithttps://www.facebook.com/castello.castellengo/ https://www.instagram.com/castellodicastellengo/
Aperture 2018 13 maggio; 1 luglio; 15 settembre. Aperto nelle festività: Pasqua; 1 maggio; 2 giugno; 15 agosto; 8 dicembre. Aperto su prenotazione per visitatori individuali (min. 2 persone) e gruppi (min. 5 persone). Orario 14-18.
Prezzi Intero € 10; gruppi (min. 5 persone) € 6; scuole € 3; gratuito fino a 10 anni.
Cenni storici l Castello vanta origini antichissime risalenti ai primi anni del Mille. Sul finire del '600 la famiglia Frichignono, che ne fu proprietaria fino al 1883, cominciò la trasformazione della fortezza in residenza signorile, ingentilendo l'edificio con affreschi, stucchi e giardini terrazzati tuttora esistenti. Nel castello vissero, tra gli altri, l'illustre chirurgo Alessandro Sella (1810-1872) e lo storico Avv. Luigi Borello (1880-1946). Gli attuali proprietari, che risiedono stabilmente nel Castello, stanno portando avanti da decenni un'attenta opera di restauro dell'intero edificio.Le cantine ospitano la famosa casa vitivinicola Centovigne. Il Castello è una bellissima location per ricevimenti e offre tre camere signorili con formula B&B, una "suite nuziale" e due appartamenti-vacanza (2 + 2 posti letto cad.)
Info Tel:+39 335 525289 || Email: [email protected], info@centovigne. || Web: http://www.castellengo.ithttps://www.facebook.com/castello.castellengo/ https://www.instagram.com/castellodicastellengo/
Aperture 2018 13 maggio; 1 luglio; 15 settembre. Aperto nelle festività: Pasqua; 1 maggio; 2 giugno; 15 agosto; 8 dicembre. Aperto su prenotazione per visitatori individuali (min. 2 persone) e gruppi (min. 5 persone). Orario 14-18.
Prezzi Intero € 10; gruppi (min. 5 persone) € 6; scuole € 3; gratuito fino a 10 anni.
Cenni storici: Da sempre luogo pregno di importanza strategica ed economica, il castello si vede fulcro fra le più varie contese dei ducati limitrofi, finché il Duca Ferdinando di Mantova nel 1622, lo cederà ad Agostino Durazzo Pallavicini a saldo dei debiti contratti dalla corte di Mantova con la sua famiglia, concedendogli il titolo di Marchese di Gabiano. Saranno gli stessi Pallavicini a iniziare nel 1908 un secondo restauro (dopo quello Ottocentesco) affidandolo al Cusani che metterà in pratica i preziosi insegnamenti di Alfredo d'Andrade, ideatore del noto Castello e del Borgo Medievale nel Parco del Valentino di Torino. Oggi Giacomo Cattaneo Adorno Giustiniani e la sua famiglia proseguono l'opera di ristrutturazione e valorizzazione del castello; affiancandovi una produzione vinifera attenta alle conoscenze enologiche moderne ma rispettosa della tradizione.
Info: Tel. 0142 945004 | Mail: [email protected] | Sito: www.castello
digabiano.com
Aperture: 7-8 aprile; 13 e 27 maggio; 3 giugno; 23 settembre.
Visite guidate alle 10.00, 11.00,15.00, 16.00, 17.00. Sabato 7 aprile: 15.00, 16.00, 17.00.
Aperto su prenotazione per gruppi (min. 10 persone).
Biglietti: Intero € 10; ridotto (6-12 anni, over 65, Amici di Castelli Aperti) e gruppi (min. 10 persone) € 8; gratuito fino a 5 anni; scuole su richiesta (visita al parco).
Cenni storici: Da sempre luogo pregno di importanza strategica ed economica, il castello si vede fulcro fra le più varie contese dei ducati limitrofi, finché il Duca Ferdinando di Mantova nel 1622, lo cederà ad Agostino Durazzo Pallavicini a saldo dei debiti contratti dalla corte di Mantova con la sua famiglia, concedendogli il titolo di Marchese di Gabiano. Saranno gli stessi Pallavicini a iniziare nel 1908 un secondo restauro (dopo quello Ottocentesco) affidandolo al Cusani che metterà in pratica i preziosi insegnamenti di Alfredo d'Andrade, ideatore del noto Castello e del Borgo Medievale nel Parco del Valentino di Torino. Oggi Giacomo Cattaneo Adorno Giustiniani e la sua famiglia proseguono l'opera di ristrutturazione e valorizzazione del castello; affiancandovi una produzione vinifera attenta alle conoscenze enologiche moderne ma rispettosa della tradizione.
Info: Tel. 0142 945004 | Mail: [email protected] | Sito: www.castello
digabiano.com
Aperture: 7-8 aprile; 13 e 27 maggio; 3 giugno; 23 settembre.
Visite guidate alle 10.00, 11.00,15.00, 16.00, 17.00. Sabato 7 aprile: 15.00, 16.00, 17.00.
Aperto su prenotazione per gruppi (min. 10 persone).
Biglietti: Intero € 10; ridotto (6-12 anni, over 65, Amici di Castelli Aperti) e gruppi (min. 10 persone) € 8; gratuito fino a 5 anni; scuole su richiesta (visita al parco).
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