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Enogastronomia

La crisi del settore vinicolo post lockdown, Il calo dell’esportazione e la nascita ed il futuro dell’enoturismo

La crisi economica causata dal lockdown post-covid ha colpito tutte le attività produttive italiane in maniera trasversale, creando non poche difficoltà soprattutto al settore turistico, alle strutture ricettive e alle attività di esportazione delle nostre eccellenze alimentari. Tra queste sicuramente rientra il vino, vero e proprio fiore all’occhiello della nostra penisola.

La crisi dell’esportazione e le forme di distribuzione

Heraldo con una diretta all’interno della propria pagina facebook, ne ha discusso all’interno della propria trasmissione “Succede alle 31” condotta da Fabiana Bussola e Chiara Cappellina. Gli ospiti intervistati sono stati Giancarlo Voglino, amministratore delegato dello IEM, International Exhibition Managment e Matilde Poggi, presidente della FIVI, Federazione Italiana Vignaioli Indipendente.

Secondo Voglino, il lockdown ha inciso in maniera molto forte, in tutti i paesi del mondo, ma ce ne accorgeremo nella seconda parte dell’anno. Per quanto riguarda la nostra esportazione nel mondo il maggior paese importatore del nostro vino sono sicuramente gli USA, dove ancora la crisi ancora non si è fatta sentire poiché gli Usa hanno importato molto nel mese di febbraio, riempendo i magazzini, causa anche la paura dei dazi. Gli States, secondo una ricerca condotta da Gambero Rosso, genera per l’Italia un introito da 477 milioni di euro registrando un incremento nel primo bimestre dell’anno del 16,8% in più rispetto al 2019, mentre a marzo causa covid e dazi si è registrato un calo del 17,4% rispetto allo scorso anno nello stesso mese.

Nel Regno Unito, terzo importatore per volume e secondo per valore, negli ultimi 7-8 anni c’è stato un calo del consumo di 40 milioni di bottiglie e secondo un’indagine condotta dall’Istituto Grandi Marchi, a causa della Brexit l’11% dei consumatori ha smesso di bere vino italiano e per la birra; gli unici consumatori britannici a mantenere un certo livello di consumo sono i giovani londinesi compresi nell’età tra i 25 ed i 38 anni.

In Cina il mercato dell’Importazione di vini italiani è in ripresa anche se ovviamente nell’ultimo bimestre si è registrato un decremento del 20% rispetto al 2019. Il maggior mercato in difficoltà invece è quello russo dove le cause principali sono da ricercare nella pandemia, nella crisi del petrolio e la conseguente svalutazione del rublo, e l’incredibile assenza dell’acquisto del prodotto online.

Per quanto riguarda la distribuzione, secondo Voglino, è rimasta invariata se non aumentata la grande distribuzione, ciò significa che il consumatore è andato al supermercato ad acquistare il vino. Un altro fenomeno aumentato è l’acquisto online, dove in Germania Usa e UK è già parecchio sviluppata mentre in Italia è in via di crescita. Chi ha sofferto invece è la distribuzione nell’ambito della ristorazione e della medio-piccola distribuzione.

 

La produzione dei medio-piccoli imprenditori

Sempre all’interno della trasmissione Succede alle 31 Matilde Poggi ha esposto le difficoltà che hanno riscontrato i produttori medio piccoli di vino e soprattutto i vinaioli indipendenti. Poche di queste aziende sono nella grande distribuzione e la maggior parte di essi hanno potuto vendere online. Anche durante il lockdown i lavoratori erano nei campi a lavorare e le aziende hanno avuto tante spese da sostenere a fronte di una riduzione del fatturato in alcuni casi anche del 90%.

Le necessità dei produttori indipendenti in questo momento è quella di poter avere liquidità immediata, e i prestiti previsti dal decreto Cura Italia stanno arrivando solo ora. Come misure di contenimento la Fiva e nella persona di Matilde Poggi aveva proposto lo stoccaggio privato, cioè tenere il vino nelle cantine o nei magazzini delle proprie abitazioni anche, in attesa di venderlo, ma solo una regione ha aderito. Le misure adottate sono state quindi quella della distillazione e della vendemmia parziale o verde che consiste nella riduzione volontaria della produzione a fronte di un contributo. Sicuramente per il futuro la vendita sarà molto diversa da come è stata fino ad oggi, dove è emerso il grande utilizzo del web da parte dei consumatori, ed è prevedibile che in futuro questo mezzo sarà fortemente usato per l’acquisto dei prodotti. Per la prossima vendemmia i produttori stanno già lavorando ed imbottigliando, affinché questa venga ricordata come una vendemmia di qualità e non come la vendemmia del covid conclude la Poggi.

https://www.facebook.com/140184702694305/videos/704556610309271/

Nascita e sviluppo dell’Enoturismo

Da un anno è stata emanata la legge che sancisce la nascita dell’enoturismo. Grazie a questa normativa tutte le cantine e tutti i produttori di vino potranno far compiere ai loro enoturisti la degustazione dei loro prodotti e visitare le proprie aziende in totale sicurezza e nel rispetto della norma. Fino allo scorso anno il settore dell’enoturismo era diviso sotto la giurisdizione per metà del mistero del turismo, per metà del ministero dell’agricoltura. Adesso è possibile visionare la norma cercandola sul sito del MIPAAFT. Questa legge consentirà ai gestori delle cantine di poter essere riconosciuti come una vera e propria struttura ricettiva e potrà essere gestita come una vera e propria attività agrituristica.

L’enoturismo ha un giro d’affari che secondo la Borsa Internazionale del Turismo di Milano, ha individuato all’interno del XV Rapporto sul Turismo del Vino in Italia in ben 2,5 miliardi.

I prossimi eventi legati all’enotursimo sono il 30 e 31 maggio Cantine Aperte; Calici di Stelle dal 1 al 16 agosto; Cantine Aperte in Vendemmia a settembre ed ottobre; Cantine Aperte a San Martino dal 7 all’11 novembre e Cantine a Natale a dicembre.

In Piemonte sono svariate le zone dove è diffuso l’enoturismo:

La bassa langa tra i fiumi Tanaro e Belbo dove vengono prodotti vini come il Barolo, Barbera, Barbaresco e Nebbiolo; l’alta langa, per il Dolcetto, il Moscato ed il Barbera; il Roero dove è possibile degustare il Roero Arneis e lo Spumante, ed infine il Monferrato, il territorio più esteso, che congiunge le province di Alessandria e Asti fino all’Appenino Ligure dove vengono prodotti Barbera d’Asti, Dolcetto d’Acqui e d’Ovada, Grignolino, Ruché, Freisa, Piemonte Bonarda, Cortese di Gavi, Asti, Brachetto, Malvasia e Moscato d’Asti.


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