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Storia

La Basilica di Superga a Torino: il capolavoro dell’architetto messinese Filippo Juvarra

A 672 metri sul livello del mare, sull’omonimo colle a nord-est di Torino sorge la basilica di Superga: uno dei capolavori affidati al messinese Filippo Juvarra: è stato il primo architetto civile della <<real casa>> sabauda. Dopo il suo trasferimento da Palermo a Torino, il primo incarico dato dal Duca Vittorio Emanuele II di Savoia, fu quello di ergere un grande basilica intitolata alla Vergine sul colle di Superga come mausoleo sabaudo e tempio votivo per la vittoria sui francesi nel 1706.

Proprio così, nel 1706 la città di Torino venne invasa dall’esercito Franco-Spagnolo di Luigi XIV e le milizie piemontesi, insieme alle truppe alleate austriache, si trovarono in difficoltà. Il Duca Vittorio Amedeo II e il Principe Eugenio di Savoia-Soisson, che guidavano l’esercito locale, il 2 settembre dello stesso anno, decisero di recarsi una seconda volta sul colle di Superga. Ed è in questa occasione che, secondo le fonti storiche, i due entrarono insieme nella chiesetta sita sul colle, che fungeva allora da parrocchia per i pochi fedeli della collina sul colle di Superga per osservare dall’alto il campo di battaglia.

In una piccola chiesa sul colle, davanti alla Statua della Madonna delle Grazie, il Duca fa un voto: se avesse vinto, avrebbe fatto costruire in quello stesso posto una grande chiesa in onore della Vergine. Dopo una dura battaglia l’esercito nemico viene sconfitto e la città liberata. Vittorio Emanuele II, incoronato re di Sicilia, abbandonò l’isola e si trasferì a Torino, portando con sé il messinese, e ligio alla sua promessa fatta, commissionò a Filippo Juvarra tale progetto architettonico,

L’edificazione iniziò il 20 luglio del 1715 e terminò dopo 14 lunghi anni, fu inaugurato dal re Carlo Emanuele III nel 1731, alto 75 metri, lungo 51, è chiara la connotazione dello stile barocco di Juvarra, ma il vero capolavoro avanguardistico è la cupola: costituita da due calotte, una interna e una esterna, divise da un’ampia intercapedine.

La basilica si articola attorno a una chiesa dalla pianta circolare, sormontata da una grande cupola di gusto barocco, preceduta da un pronao sorretto da otto colonne corinzie di ispirazione classica (Pantheon di Roma). Tale influenza si nota anche nell’impostazione a pianta centrale. Ai lati del corpo centrale si elevano due campanili, nei quali è possibile riscontrare l’influenza del Borromini, con cui Juvarra si sente in debito. L’interno, di pianta a croce greca, è decorato da sculture eseguite da Agostino Cornacchini e Bernardino Cametti e da due quadri, rappresentanti San Luigi e San Maurizio, di Sebastiano Ricci.

Vi è una scala a chiocciola di 131 scalini che porta sulla balconata esterna della cupola, da dove ci può affacciare e ammirare il panorama della città con le sue valli e montagne. In particolare, nelle giornate limpide, si possono notare alcuni dei principali monti della catena delle Alpi, come il Monviso, il Gruppo dell’Orsiera, il Rocciamelone, il Gran paradiso, il Gruppo degli Apostoli, la Torre di Lavina, e il Monte Rosa con la punta Doufour.

La Basilica di Superga è anche, tristemente nota, per un evento che colpì la squadra di calcio del Torino nel 1949. Contro il suo muraglione, infatti, si scontrò, quell’anno l’aereo della squadra del Grande Torino, il cui equipaggio perse la vita nell’impatto. Resta un luogo in cui può essere vissuto il dolore della perdita e la storia di una rinascita, e dove è anche possibile ammirare la straordinaria bellezza della città di Torino proprio come allora fece il Duca Vittorio Emanuele II.

 


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