Mostre
All’Ospedale San Luigi di Torino i disegni di Ugo Fontana

I disegni su tavola dei grandi illustratori italiani hanno trasformato l’ingresso dell’Ospedale San Luigi di Torino: cambia l’impatto di coloro che accedono attraverso il corridoio principale grazie al valore terapeutico dell’arte.
Dallo scorso febbraio, varcata la porta della struttura, si incontrano le immagini coloratissime e gioiose di Adelchi Galloni, uno dei maestri assoluti dell’illustrazione italiana, e a partire da oggi a queste si aggiungono, proseguendo il percorso, i disegni di Ugo Fontana, grandissimo illustratore della seconda metà del Novecento.
Sono tutte illustrazioni per l’infanzia, che riportano indietro nel tempo gli adulti che sono stati bambini negli anni 50, 60 e 70, ma che hanno ancora molto da dire anche ai più giovani, come solo l’arte sa fare.
“Portare la cultura e la bellezza in ospedale è nostro particolare impegno, parallelamente al lavoro quotidiano per la migliore offerta sanitaria ai cittadini che si rivolgono a noi” spiega Davide Minniti, Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliero-universitaria San Luigi Gonzaga. “Desideriamo che il nostro pubblico trovi presso i servizi del San Luigi una risposta sanitaria adeguata alle proprie richieste, ma anche che i nostri spazi rispondano anche a criteri di decoro garantendo un’esperienza arricchente a chi li frequenta” sottolinea Salvatore Di Gioia, Direttore Sanitario.
Promotore della mostra di Ugo Fontana è, come già per la mostra di Adelchi Galloni, Santo Alligo, artista e profondo conoscitore della storia dell’illustrazione internazionale, autore, nel 1967 per Armando Testa, di una delle icone della pubblicità italiana: Pippo, l’ippopotamo blu.
All’inaugurazione della mostra, mercoledì 24 settembre, era presente tra gli altri, Ugo Nespolo, noto artista torinese.
L’autore: Ugo Fontana (Firenze, 1° novembre 1921 – 4 novembre 1985)
Illustratore prolifico, Fontana ha realizzato un considerevole numero di libri, dedicati esclusivamente all’infanzia, di eccezionale caratura artistica e tecnica.
In uno scritto del 1971 Fontana confessa che il suo primo datore di lavoro fu suo figlio Giovanni e successivamente tutti i bambini, i più esigenti da soddisfare; per l’artista illustrare un libro non significava solo «decorare o vendibilizzare un prodotto», ma doveva essere il contributo cosciente e libero di due persone (lo scrittore e l’artista) che si completano a vicenda. Fontana affrontava con serietà, profondità, delicatezza e impegno ogni libro che gli veniva affidato, dal primo realizzato nel 1946 fino alla morte. Dall’editore Marzocco a Malipiero, da La Scuola ai Fratelli Fabbri, in oltre duecentotrenta volumi Fontana ha riversato tutta la sua maestria e il suo profondo senso etico ed estetico. Grande notorietà gli ha dato la collaborazione con Fabbri, soprattutto per la pubblicazione a fascicoli delle “Fiabe Sonore”, firmate con lo pseudonimo di Una, e per la collana “Fiabe delle Buonanotte”. Questi sono gli anni (1963-1984) della piena maturità artistica; da La piccola guardiana d’oche fino a L’uccello di fuoco, passando per il capolavoro de Il principe rospo, Fontana tocca tutti i registri espressivi maturati dal suo spirito di osservazione, dalla ricerca di linguaggi inusitati. Tempera e acquerello trovano sotto il suo pennello straordinari risultati pittorici: si guardino ad esempio le tavole di Artù e i cavalieri della tavola rotonda del 1972, nelle quali il dripping dell’acquerello rimanda alle venature di preziose pietre; o alla Bella Addormentata del 1982, nel quale la rarefazione del tessuto pittorico sembra astrarre le figure dando al contempo una forte iconicità. Così i volti delle soavi fanciulle, piene di grazia e lontane da carinerie e leziosità molto in voga in ogni tempo. Una delle caratteristiche non secondarie dell’opera di Fontana è la ricercatezza degli indumenti dei personaggi, mai così ricchi e preziosi. Per concludere ricordo uno dei suoi capolavori: il ritratto di Caterina di Russia, pubblicato da Mondadori in Grandi Regine, libro che gli valse il Premio Bratislava, uno dei massimi riconoscimenti internazionali. Fontana non era solo un grande artista; di lui ha scritto Emanuele Pellucci: «Fontana era intelligente, colto, piacevole conversatore, vivace e puntiglioso nel contraddittorio, dotato di grande umanità, sempre pronto al servizio degli altri». (Dall’introduzione alla mostra di Santo Alligo).
La mostra è stata realizzata grazie al sostegno di una donatrice privata, che desidera rimanere anonima.
L’iniziativa è dedicata ai pazienti, ai loro familiari, ai dipendenti e a tutto il pubblico dell’ospedale, con lo scopo di aumentare la percezione di benessere in tutti coloro che frequentano gli spazi della cura, con benefici psicofisici che l’arte produce in ogni luogo.


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