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Enogastronomia

Previsione record per castagne e marroni torinesi

Il raccolto di castagne e marroni del 2025 si preannuncia eccezionale, sia in termini di quantità che di pezzatura, grazie a una combinazione favorevole di piogge primaverili e caldo estivo anticipato già da giugno, che ha favorito fioritura e maturazione.

«L’invito ai consumatori – dichiara Bruno Mecca Cici, presidente di Coldiretti Torino – è di assaggiare queste castagne 2025 dal gusto davvero squisito. Si possono trovare soprattutto nei mercati di Campagna Amica o tramite vendita diretta nelle aziende agricole e nelle cooperative di produttori».

Raccolto e rispetto dei castagneti

Coldiretti Torino coglie l’occasione per lanciare un appello a chi frequenta i boschi: «Quando vedete un castagneto curato – aggiunge Mecca Cici – con il sottobosco pulito e le piante potate e innestate, non raccogliete le castagne lungo strade e sentieri. Non si tratta di frutti selvatici, ma del frutto di un anno di lavoro e sacrifici dei castanicoltori. I marroneti e i castagneti non sono boschi qualsiasi, ma veri e propri frutteti».

In provincia di Torino, sono 194 le aziende agricole impegnate nella castanicoltura, su 115 ettari registrati, con una produzione stimata di circa 1.800 quintali, soggetta a notevoli variazioni tra annate di frutti piccoli e annate di frutti più grandi. I marroni IGP della Bassa Valle di Susa rappresentano circa 500 quintali della produzione, concentrata principalmente nei comuni di Villarfocchiardo, San Giorio di Susa e Mattie. Altri centri di produzione sono l’Alta Valle di Susa, la Collina morenica canavesana, la fascia pedemontana del Canavese, il Pinerolese pedemontano, la Val Pellice e la Val Sangone.

Mercato e valore economico

Il valore della produzione torinese si aggira attorno al milione di euro, ma gran parte del guadagno non arriva ai castanicoltori. «Purtroppo – sottolinea Mecca Cici – anche per castagne e marroni valgono le storture del mercato agricolo: il prezzo pagato all’agricoltore è troppo distante da quello che paga il consumatore, nonostante un anno di lavoro intenso tra rastrellamento delle foglie, potature, abbruciamento dei ricci, innesti e irrigazione, spesso in territori dove la meccanizzazione è limitata».

Valore forestale ed ecologico

La cura dei castagneti ha anche un valore ecologico e forestale: oltre ai 115 ettari ufficialmente coltivati, i castagneti torinesi coprono 38.070 ettari, perlopiù boschi abbandonati. «Boschi “sporchi” – avverte Mecca Cici – possono diventare innesco per incendi e, senza la cura dell’uomo, cedono lentamente spazio ad altre essenze forestali». Il castagno non offre solo frutti, ma anche legname resistente ai parassiti, fiori melliferi per gli impollinatori e rappresenta un simbolo del Made in Italy artigianale.

Coldiretti Torino rilancia dunque l’appello a sostenere la castanicoltura piemontese, contribuendo a mantenere viva una tradizione secolare e a valorizzare un patrimonio agricolo e ambientale unico.


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