Le Residenze Reali in Piemonte – La Corona di Delizie – La Corona Verde
La Corona di Delizie , così definita da Amedeo di Castellamonte, è il sistema di Residenze Reali, volute dalla famiglia sabauda per circondarsi di sfarzose maisons de plaisance nate tra Cinquecento e Seicento intorno alla città di Torino. La Corona di Delizie è inserita del progetto strategico Corona Verde, che interessa l’area metropolitana e la collina torinese coinvolgendo un territorio di ben 93 comuni
Esiste anche un percorso cicloturistico , la Corona di Delizie in bicicletta, che collega le Residenze Sabaude in bicicletta. Il percorso è costituito da un anello di oltre 90 Km con 7 varianti storiche, attraverso percorsi protetti e misti. La Corona di Delizie in bicicletta è dotata di un’app scaricabile per smartphone e tablet dal portale Google Play.
La Corona Verde è un’iniziativa della Regione Piemonte che interessa l’area metropolitana di Torino: dal Parco della Collina Torinese di Superga ai boschi di Stupinigi, dalla Mandria alla Vauda, ai margini del Canavese, passando dai laghi di Avigliana, il Colle del Lys, il Monte San Giorgio e il Po. Corona Verde è una infrastruttura verde che integra la Corona di Delizie delle Residenze Reali con la cintura verde, rappresentata dal patrimonio naturale dei Parchi metropolitani, dei Fiumi e dalle Aree Rurali dell’hinterland metropolitano.
Originariamente il castello era un monastero e la attuale torre era il campanile. Nel corso del XV secolo fu aggiunta una prima struttura difensiva dai marchesi del Carretto a cui fecero seguito successive ristrutturazioni ed ampliamenti, come l'arco di epoca medioevale che unisce il castello alla torre. La torre, alta 27 metri in stile lombardo, presenta fregi ed archetti pensili realizzati in mattoni e pietre. Oggi il castello ha una facciata seicentesca e mantiene sul retro la loggia cinquecentesca che è anche visitabile. La famiglia Carretto a metà del XIX secolo cedette la proprietà alla famiglia Della Rovere a cui seguì la famiglia Polleri di Genova che la vendette al comune, attuale proprietario.
Antistante al castello la caratteristica alzata a ponte e per accedere all'interno è necessario attraversare la vecchia porta di ingresso nell'antica cinta muraria.
Info Tel: +39 0144 88012, +39 328 0410869, Fax: +39 0144 88450 || Email: [email protected] || Web: http://www.comune.monasterobormida.at.it
Aperture 13 maggio; 10 e 24 giugno; 8 e 22 luglio; 5 e 19 agosto; 16 settembre; 7 ottobre.
Visite guidate ogni ora 15.00-18.00. Aperto su prenotazione per visitatori individuali (min. 5 persone) e gruppi.
Prezzi Intero € 3; ridotto (7-14 anni) e gruppi (min. 30 persone) € 2; gratuito fino a 6 anni.
Originariamente il castello era un monastero e la attuale torre era il campanile. Nel corso del XV secolo fu aggiunta una prima struttura difensiva dai marchesi del Carretto a cui fecero seguito successive ristrutturazioni ed ampliamenti, come l'arco di epoca medioevale che unisce il castello alla torre. La torre, alta 27 metri in stile lombardo, presenta fregi ed archetti pensili realizzati in mattoni e pietre. Oggi il castello ha una facciata seicentesca e mantiene sul retro la loggia cinquecentesca che è anche visitabile. La famiglia Carretto a metà del XIX secolo cedette la proprietà alla famiglia Della Rovere a cui seguì la famiglia Polleri di Genova che la vendette al comune, attuale proprietario.
Antistante al castello la caratteristica alzata a ponte e per accedere all'interno è necessario attraversare la vecchia porta di ingresso nell'antica cinta muraria.
Info Tel: +39 0144 88012, +39 328 0410869, Fax: +39 0144 88450 || Email: [email protected] || Web: http://www.comune.monasterobormida.at.it
Aperture 13 maggio; 10 e 24 giugno; 8 e 22 luglio; 5 e 19 agosto; 16 settembre; 7 ottobre.
Visite guidate ogni ora 15.00-18.00. Aperto su prenotazione per visitatori individuali (min. 5 persone) e gruppi.
Prezzi Intero € 3; ridotto (7-14 anni) e gruppi (min. 30 persone) € 2; gratuito fino a 6 anni.
Le prime citazioni di Monasterolo risalgono ad un documento del 907. Il nome del luogo deriva da un monastero benedettino, forse patrimonio di Nonantola, attorno al quale si formò il centro abitato.
L'erezione dell'imponente maniero è datata al XIII secolo (1241) ed è attribuita all'iniziativa di Raimondo e Ottone Boverio, capostipiti dei Marchesi di Busca delle Langhe e di Rossana.
Distrutto durante le guerre del 1357-1363, che sconvolsero Monasterolo, il castello venne ricostruito dai Marchesi di Saluzzo. Risale infatti a questo periodo la massiccia struttura contemporanea, nonché le tre torrette angolari e la torre cilindrica di sud-ovest, unitamente al fossato perimetrale ed alla porta del "Rivellino".
Nel 1378 fu acquistato dai Solaro di Asti, con versamento di "fiorini 13.000 d'oro di Fiorenza" al conte Amedeo VI di Savoia. Iniziò così il casato dei Solaro di Monasterolo, poi conti nel Seicento.
Nella primavera del 1630, l'esercito del cardinale Richelieu installò il campo a Monasterolo, in guerra con il duca sabaudo Carlo Emanuele I.
Il maniero dal Quattrocento al Settecento fu soggetto a numerosi lavori di ristrutturazione per ingentilire l'abitazione: l'aggiunta delle volte unghiate in alcuni ambienti, la costruzione della scenografica scala a tre rampe su pilastri e la copertura del tetto.
Nel Novecento, la contessa Maria Solaro di Monasterolo, alienò il castello al comune di Monasterolo (1928).
Info Tel: +39 0172 373026 Fax: +39 0172 373174 || Email: [email protected] || Web: http://www.comune.monasterolodisavigliano.cn.it
Aperture 2018
22 aprile;
13 maggio;
3 giugno;
1 luglio;
15 e 16 settembre;
14 ottobre
Prezzi gratuito
Le prime citazioni di Monasterolo risalgono ad un documento del 907. Il nome del luogo deriva da un monastero benedettino, forse patrimonio di Nonantola, attorno al quale si formò il centro abitato.
L'erezione dell'imponente maniero è datata al XIII secolo (1241) ed è attribuita all'iniziativa di Raimondo e Ottone Boverio, capostipiti dei Marchesi di Busca delle Langhe e di Rossana.
Distrutto durante le guerre del 1357-1363, che sconvolsero Monasterolo, il castello venne ricostruito dai Marchesi di Saluzzo. Risale infatti a questo periodo la massiccia struttura contemporanea, nonché le tre torrette angolari e la torre cilindrica di sud-ovest, unitamente al fossato perimetrale ed alla porta del "Rivellino".
Nel 1378 fu acquistato dai Solaro di Asti, con versamento di "fiorini 13.000 d'oro di Fiorenza" al conte Amedeo VI di Savoia. Iniziò così il casato dei Solaro di Monasterolo, poi conti nel Seicento.
Nella primavera del 1630, l'esercito del cardinale Richelieu installò il campo a Monasterolo, in guerra con il duca sabaudo Carlo Emanuele I.
Il maniero dal Quattrocento al Settecento fu soggetto a numerosi lavori di ristrutturazione per ingentilire l'abitazione: l'aggiunta delle volte unghiate in alcuni ambienti, la costruzione della scenografica scala a tre rampe su pilastri e la copertura del tetto.
Nel Novecento, la contessa Maria Solaro di Monasterolo, alienò il castello al comune di Monasterolo (1928).
Info Tel: +39 0172 373026 Fax: +39 0172 373174 || Email: [email protected] || Web: http://www.comune.monasterolodisavigliano.cn.it
Aperture 2018
22 aprile;
13 maggio;
3 giugno;
1 luglio;
15 e 16 settembre;
14 ottobre
Prezzi gratuito
Il castello di Montecavallo si trova nella cornice delle prealpi biellesi, in posizione baricentrica tra Torino e Milano. Votato da sempre alla produzione vitivinicola, da visitare per il suo caratteristico stile neogotico, uno dei pochi esempi italiani, e per l’ospitalità della sua proprietaria che cura personalmente le visite guidate e l’accoglienza nell’agriturismo. Per passeggiare nella quiete della proprietà e godere della raffinatezza dei menù proposti dall’azienda agricola, preparati con passione e con i prodotti dell’orto e del territorio, serviti in un contesto raffinato e suggestivo.
Info Tel: 333 4348405 Agriturismo e B&B, 348 2351455 Vini e Azienda Vitivinicola || Email: [email protected] || Web: http://www.castellodimontecavallo.it https://www.facebook.com/CastelloMontecavallo/
Il castello di Montecavallo si trova nella cornice delle prealpi biellesi, in posizione baricentrica tra Torino e Milano. Votato da sempre alla produzione vitivinicola, da visitare per il suo caratteristico stile neogotico, uno dei pochi esempi italiani, e per l’ospitalità della sua proprietaria che cura personalmente le visite guidate e l’accoglienza nell’agriturismo. Per passeggiare nella quiete della proprietà e godere della raffinatezza dei menù proposti dall’azienda agricola, preparati con passione e con i prodotti dell’orto e del territorio, serviti in un contesto raffinato e suggestivo.
Info Tel: 333 4348405 Agriturismo e B&B, 348 2351455 Vini e Azienda Vitivinicola || Email: [email protected] || Web: http://www.castellodimontecavallo.it https://www.facebook.com/CastelloMontecavallo/
Cenni storici Il castello di Montestrutto si trova sul percorso del fiume Dora Baltea ai piedi delle Alpi e vicino alla città di Ivrea. Si erge intorno ad una torre costruita nel IX secolo a difesa di un vicino monastero di benedettini. I signori di Montestrutto dovevano quindi i loro privilegi ed il potere ai conti vescovi di questa città. Nel XIV secolo passò sotto il dominio dei Savoia e seguì le vicende della potente castellata di Settimo Vittone.Nel XVI secolo fu devastato durante le guerre tra Francesi e Spagnoli e smantellato per motivi strategici a favore della Francia, eliminando gli ostacoli possibili per eventuali passaggi di truppe francesi. Fu ricostruito nel XX secolo in stile neogotico, come appare tutt'ora.
Cenni storici Il castello di Montestrutto si trova sul percorso del fiume Dora Baltea ai piedi delle Alpi e vicino alla città di Ivrea. Si erge intorno ad una torre costruita nel IX secolo a difesa di un vicino monastero di benedettini. I signori di Montestrutto dovevano quindi i loro privilegi ed il potere ai conti vescovi di questa città. Nel XIV secolo passò sotto il dominio dei Savoia e seguì le vicende della potente castellata di Settimo Vittone.Nel XVI secolo fu devastato durante le guerre tra Francesi e Spagnoli e smantellato per motivi strategici a favore della Francia, eliminando gli ostacoli possibili per eventuali passaggi di truppe francesi. Fu ricostruito nel XX secolo in stile neogotico, come appare tutt'ora.
Il Castello posizionato in alto, sulla cima di una collina scoscesa, oltre ad assicurare una splendida vista sul Roero, garantiva la supremazia strategica, la sicurezza della fortezza e dei suoi abitanti. Motivo per il quale sono molti i nomi di imperatori e regine che hanno sfruttato la bellezza e la protezione di quella posizione ineguagliabile.
L'anno che può essere fatto coincidere con la nascita della storia del Castello è il 1041. Sotto il dominio dei Roero, il Castello viene ristrutturato lasciando in eredità alcuni particolari costruttivi dell'epoca di incredibile valore e bellezza. Spicca il capitello, nel portico del giardino interno, raffigurante lo scudo araldico con le tre ruote, stemma del casato dei Roero, e sorretto da figure d'angolo con lineamenti e abbigliamento da paggetti, giovani servitori di nobile famiglia.
Il Castello viene ampliato tra il 1570-1575 raggiungendo il periodo di massimo splendore. Purtroppo a causa del terremoto del 1887 alcune parti fortemente danneggiate vennero abbattute e mai più ricostruite. Cosi è giunto a noi pur mantenendo l'affascinante e minaccioso aspetto di un tempo. Nel 2012 è stato acquistato dalla famiglia Berta. Amanti delle sfide e in continua crescita, Gianfranco ed Enrico decidono di adibire il Castello a museo, creando così, un Museo dentro al Museo.
Info Tel: +39 333 7678652 Associazione Bel Monteu , +39 0141 739528 Distillerie Berta || Email: [email protected] || Web:http://www.castellomonteuroero.it
Aperture (2018)
8 e 22 aprile;
13 maggio;
16 e 17 giugno;
21 ottobre;
2 dicembre.
Aperto su prenotazione per gruppi (min. 30 persone).
Orario: 10.00-12.00, 14.00-18.00.
Prezzi Intero € 6;
gratuito fino a 10 anni.
Il Castello posizionato in alto, sulla cima di una collina scoscesa, oltre ad assicurare una splendida vista sul Roero, garantiva la supremazia strategica, la sicurezza della fortezza e dei suoi abitanti. Motivo per il quale sono molti i nomi di imperatori e regine che hanno sfruttato la bellezza e la protezione di quella posizione ineguagliabile.
L'anno che può essere fatto coincidere con la nascita della storia del Castello è il 1041. Sotto il dominio dei Roero, il Castello viene ristrutturato lasciando in eredità alcuni particolari costruttivi dell'epoca di incredibile valore e bellezza. Spicca il capitello, nel portico del giardino interno, raffigurante lo scudo araldico con le tre ruote, stemma del casato dei Roero, e sorretto da figure d'angolo con lineamenti e abbigliamento da paggetti, giovani servitori di nobile famiglia.
Il Castello viene ampliato tra il 1570-1575 raggiungendo il periodo di massimo splendore. Purtroppo a causa del terremoto del 1887 alcune parti fortemente danneggiate vennero abbattute e mai più ricostruite. Cosi è giunto a noi pur mantenendo l'affascinante e minaccioso aspetto di un tempo. Nel 2012 è stato acquistato dalla famiglia Berta. Amanti delle sfide e in continua crescita, Gianfranco ed Enrico decidono di adibire il Castello a museo, creando così, un Museo dentro al Museo.
Info Tel: +39 333 7678652 Associazione Bel Monteu , +39 0141 739528 Distillerie Berta || Email: [email protected] || Web:http://www.castellomonteuroero.it
Aperture (2018)
8 e 22 aprile;
13 maggio;
16 e 17 giugno;
21 ottobre;
2 dicembre.
Aperto su prenotazione per gruppi (min. 30 persone).
Orario: 10.00-12.00, 14.00-18.00.
Prezzi Intero € 6;
gratuito fino a 10 anni.
Il castello sorge in posizione scenografica, nelle terre del Roero. È una delle costruzioni medievali più rappresentative del Piemonte, sia come modello architettonico, sia per il perfetto stato di mantenimento. Dubbia è l'epoca della fondazione del Castello, è però certo che una fortificazione già esisteva prima del 1000.
I Vescovi di Asti furono signori di Monticello fino al 1372, e sotto il loro dominio, il feudo era governato da vassalli. In quel tempo il vescovo di Asti aveva insediato nel castello il vassallo Ludovico Malabalia, divenuto prepotente e tiranno. Sdegnato, il vescovo di Asti chiese allora l'aiuto dei Conti Roero, nobili di Asti e signori di Monteu, tra i più illustri e potenti feudatari dell'epoca. I Roero accorsi in aiuto, a capo delle loro milizie, posero l'assedio al castello e lo conquistarono, liberando dalle violenze del Malabalia. A seguito della vittoria, per riconoscenza, il Vescovo rinunciò al feudo di Monticello in favore dei salvatori, i Roero.
L'imponente quadrilatero si erge sui bastioni attorno ai quali un tempo correva il fossato. La facciata è delimitata da due torri, un torrione rotondo all'angolo destro e una torre quadrata. Costruito in mattoni a vista (5 milioni di pezzi) consiste di un piano terreno e di due sopraelevati con la parte superiore coronata da merli ghibellini a protezione del passo di ronda, che corre lungo tutto il perimetro del castello.
Le principali ristrutturazioni del castello furono fatte eseguire a fine ‘300 da Percivalle Roero, quando il castello venne munito di nuove difese.
Successivamente, nel 1785, il Conte Francesco Gennaro Roero Viceré di Sardegna, in occasione delle sue nozze con Paola del Carretto rinnovò ancora il castello: abolì il ponte levatoio, abbassò il livello del terrapieno; agli spalti e fossati sostituì bellissimi giardini, mentre nell'interno procedette con nuove decorazioni.
Il Castello di Monticello deve la sua fortuna al fatto di essere da seicento anni posseduto e abitato dalla famiglia dei Conti Roero.
Info Tel: +39 347 4437144 || Email: [email protected] || Web: http://www.roerodimonticello.it https://www.facebook.com/CastelloRoero http://instagram.com/castellomonticellodalba
Aperture
2018
2, 8, 15, 22, 25 e 29 aprile;
1, 6, 13, 20 e 27 maggio;
2, 3, 10, 17 e 24 giugno;
1, 8, 15, 22 e 29 luglio;
5, 12, 15, 19 e 26 agosto;
9, 16, 23 e 30 settembre;
7, 14, 21 e 28 ottobre;
1, 4, 11, 18 e 25 novembre;
1, 2, 8, 9, 15 e 16 dicembre.
Aperto su prenotazione per gruppi (min. 15 persone).
Prezzi Intero € 7;
ridotto (Abbonamento Musei) e gruppi (min. 15 persone) € 6; ridotto (6-14 anni) e scuole € 4;
visita libera del parco € 2,5;
gratuito fino a 5 anni, disabili, guide turistiche, capogruppo, giornalisti.
Il castello sorge in posizione scenografica, nelle terre del Roero. È una delle costruzioni medievali più rappresentative del Piemonte, sia come modello architettonico, sia per il perfetto stato di mantenimento. Dubbia è l'epoca della fondazione del Castello, è però certo che una fortificazione già esisteva prima del 1000.
I Vescovi di Asti furono signori di Monticello fino al 1372, e sotto il loro dominio, il feudo era governato da vassalli. In quel tempo il vescovo di Asti aveva insediato nel castello il vassallo Ludovico Malabalia, divenuto prepotente e tiranno. Sdegnato, il vescovo di Asti chiese allora l'aiuto dei Conti Roero, nobili di Asti e signori di Monteu, tra i più illustri e potenti feudatari dell'epoca. I Roero accorsi in aiuto, a capo delle loro milizie, posero l'assedio al castello e lo conquistarono, liberando dalle violenze del Malabalia. A seguito della vittoria, per riconoscenza, il Vescovo rinunciò al feudo di Monticello in favore dei salvatori, i Roero.
L'imponente quadrilatero si erge sui bastioni attorno ai quali un tempo correva il fossato. La facciata è delimitata da due torri, un torrione rotondo all'angolo destro e una torre quadrata. Costruito in mattoni a vista (5 milioni di pezzi) consiste di un piano terreno e di due sopraelevati con la parte superiore coronata da merli ghibellini a protezione del passo di ronda, che corre lungo tutto il perimetro del castello.
Le principali ristrutturazioni del castello furono fatte eseguire a fine ‘300 da Percivalle Roero, quando il castello venne munito di nuove difese.
Successivamente, nel 1785, il Conte Francesco Gennaro Roero Viceré di Sardegna, in occasione delle sue nozze con Paola del Carretto rinnovò ancora il castello: abolì il ponte levatoio, abbassò il livello del terrapieno; agli spalti e fossati sostituì bellissimi giardini, mentre nell'interno procedette con nuove decorazioni.
Il Castello di Monticello deve la sua fortuna al fatto di essere da seicento anni posseduto e abitato dalla famiglia dei Conti Roero.
Info Tel: +39 347 4437144 || Email: [email protected] || Web: http://www.roerodimonticello.it https://www.facebook.com/CastelloRoero http://instagram.com/castellomonticellodalba
Aperture
2018
2, 8, 15, 22, 25 e 29 aprile;
1, 6, 13, 20 e 27 maggio;
2, 3, 10, 17 e 24 giugno;
1, 8, 15, 22 e 29 luglio;
5, 12, 15, 19 e 26 agosto;
9, 16, 23 e 30 settembre;
7, 14, 21 e 28 ottobre;
1, 4, 11, 18 e 25 novembre;
1, 2, 8, 9, 15 e 16 dicembre.
Aperto su prenotazione per gruppi (min. 15 persone).
Prezzi Intero € 7;
ridotto (Abbonamento Musei) e gruppi (min. 15 persone) € 6; ridotto (6-14 anni) e scuole € 4;
visita libera del parco € 2,5;
gratuito fino a 5 anni, disabili, guide turistiche, capogruppo, giornalisti.
Cenni storici Il castello, citato dal XIII secolo, appartenne ai Del Bosco, ai Malaspina, ai Lodron, ai Gonzaga, ai Centurione Scotto e ai Pallavicino.
Nel corso dei secoli ha perso le caratteristiche militari dei primordi, e si presenta, oggi, come una dimora signorile dai grandi saloni e dalle piacevoli sale frutto dell'ampliamento settecentesco. Di grande bellezza è il camino in pietra del Salone Nuovo, fatto realizzare dai Lodron a inizio del ‘500 e la galleria del gioco della Pallacorda (inizio ‘700). Si possono visitare anche le prigioni del castello all'interno nella torre principale.
Info Tel. 334 3769833 | Mail [email protected]
Aperture Dall’8 aprile al 28 ottobre: sabato e domenica (chiuso ad agosto). Pasquetta; 25 aprile; 1 maggio. Visita guidata alle 15.30. Aperto su prenotazione per visitatori individuali (min. 2 persone) e gruppi (min. 10 persone).
Prezzi Intero € 8; ridotto € 6; scuole € 4; visite su prenotazione intero € 10; gruppi (min. 10 persone) € 8 (ogni 25 persone una gratuità); gratuito fino a 9 anni.
Cenni storici Il castello, citato dal XIII secolo, appartenne ai Del Bosco, ai Malaspina, ai Lodron, ai Gonzaga, ai Centurione Scotto e ai Pallavicino.
Nel corso dei secoli ha perso le caratteristiche militari dei primordi, e si presenta, oggi, come una dimora signorile dai grandi saloni e dalle piacevoli sale frutto dell'ampliamento settecentesco. Di grande bellezza è il camino in pietra del Salone Nuovo, fatto realizzare dai Lodron a inizio del ‘500 e la galleria del gioco della Pallacorda (inizio ‘700). Si possono visitare anche le prigioni del castello all'interno nella torre principale.
Info Tel. 334 3769833 | Mail [email protected]
Aperture Dall’8 aprile al 28 ottobre: sabato e domenica (chiuso ad agosto). Pasquetta; 25 aprile; 1 maggio. Visita guidata alle 15.30. Aperto su prenotazione per visitatori individuali (min. 2 persone) e gruppi (min. 10 persone).
Prezzi Intero € 8; ridotto € 6; scuole € 4; visite su prenotazione intero € 10; gruppi (min. 10 persone) € 8 (ogni 25 persone una gratuità); gratuito fino a 9 anni.
Cenni storici Il castello risale al XIII secolo e presenta rimaneggiamenti del XVII secolo. Già appartenente al casato dei San Martino e poi dei conti di Ivrea, fu edificato sui resti di una struttura dell'alto medioevo. Nel 2011 è stato battuto all'asta, come il castello di Mazzè e, successivamente, il castello di Cesnola. È stato acquistato dalla Società Manital con l'intento di recuperare la struttura e i terreni circostanti, i Vivai Canavesani e i vigneti già in passato DOCG, questi ultimi per produrre l'Erbaluce DOCG. È adibito a polo museale privato, agriturismo, sede per eventi e matrimoni. Offre i servizi più vari.
Info Tel: +39 0125 193 71 | Mail: [email protected] | Sito: https://www.vistaterra.it/it/
Aperture sempre aperto: 07-23 da lunedì a domenica, in caso di festività si consiglia di ricercare maggiori informazioni.
Prezzi n.d.
Cenni storici Il castello risale al XIII secolo e presenta rimaneggiamenti del XVII secolo. Già appartenente al casato dei San Martino e poi dei conti di Ivrea, fu edificato sui resti di una struttura dell'alto medioevo. Nel 2011 è stato battuto all'asta, come il castello di Mazzè e, successivamente, il castello di Cesnola. È stato acquistato dalla Società Manital con l'intento di recuperare la struttura e i terreni circostanti, i Vivai Canavesani e i vigneti già in passato DOCG, questi ultimi per produrre l'Erbaluce DOCG. È adibito a polo museale privato, agriturismo, sede per eventi e matrimoni. Offre i servizi più vari.
Info Tel: +39 0125 193 71 | Mail: [email protected] | Sito: https://www.vistaterra.it/it/
Aperture sempre aperto: 07-23 da lunedì a domenica, in caso di festività si consiglia di ricercare maggiori informazioni.
Prezzi n.d.
Cenni storici Il castello viene edificato fra il IX secolo e l'XI secolo. Nel 1888 ha inizio il restauro a cura di Alfredo d'Andrade, portato a termine dal figlio Ruy d'Andrade solo dopo la morte del celebre architetto. Nel 1981 viene dichiarato monumento nazionale. Nel 1991 viene acquistato dalla società Medic, diretta e fondata dal dott. Antonio Giodice, che lo restaura e adibisce a sede della società Medic, laboratorio per corsi di aggiornamento dei medici alle nuove tecnologie diagnostiche e struttura ricettiva (albergo e ristorante) e centro congressi. La struttura fa ancheda sfondo sugestivo a rievocazioni storiche, come le ferie medievali che si tengono a giugno.
Info Tel. 0125 672111 || Sito: www.castellodipavone.com || Mail: [email protected]
Cenni storici Il castello viene edificato fra il IX secolo e l'XI secolo. Nel 1888 ha inizio il restauro a cura di Alfredo d'Andrade, portato a termine dal figlio Ruy d'Andrade solo dopo la morte del celebre architetto. Nel 1981 viene dichiarato monumento nazionale. Nel 1991 viene acquistato dalla società Medic, diretta e fondata dal dott. Antonio Giodice, che lo restaura e adibisce a sede della società Medic, laboratorio per corsi di aggiornamento dei medici alle nuove tecnologie diagnostiche e struttura ricettiva (albergo e ristorante) e centro congressi. La struttura fa ancheda sfondo sugestivo a rievocazioni storiche, come le ferie medievali che si tengono a giugno.
Info Tel. 0125 672111 || Sito: www.castellodipavone.com || Mail: [email protected]
Cenni storici Circondato da un vasto parco con annessa tenuta agricola è tuttora difeso da una cinta muraria e da un fossato risalenti al XIV sec. Nasce come fortezza con i Visconti di Milano. Passa successivamente ai Mandelli, ai Gallarati, agli spagnoli, agli Sforza ed ai Savoia che nel Seicento insignirono del feudo di Piovera Francesco Maria Balbi, famiglia che "tenne" il castello per quasi tre secoli. Nel XIX sec. venne trasformato in dimora signorile dall’attuale aspetto romantico, senza però intaccare l’originale struttura a “U”. Il castello porta ancora tracce di intonaco nero, forse a lutto per la morte di Napoleone Bonaparte. Dagli anni Sessanta appartiene al Conte Niccolò Calvi di Bergolo che lo aprì al pubblico divenendo un pioniere e un esempio tra i proprietari di dimore storiche private.
Info Tel. 0131 698128, 0131 698121, 346 2341141 | Mail: [email protected] | Sito: www.castellodipiovera.it
Aperture Da aprile ad ottobre: domenica; 25 aprile; 1 maggio. Visita guidata alle 15.30. Aperto su prenotazione per gruppi (min. 20 persone).
Prezzi Intero € 10; ridotto (fino a 15 anni) € 5; gruppi (min. 15 persone) € 9; scuole € 6 (laboratorio) o € 10 (visita e laboratorio); gratuito per disabili, capogruppo.
Cenni storici Circondato da un vasto parco con annessa tenuta agricola è tuttora difeso da una cinta muraria e da un fossato risalenti al XIV sec. Nasce come fortezza con i Visconti di Milano. Passa successivamente ai Mandelli, ai Gallarati, agli spagnoli, agli Sforza ed ai Savoia che nel Seicento insignirono del feudo di Piovera Francesco Maria Balbi, famiglia che "tenne" il castello per quasi tre secoli. Nel XIX sec. venne trasformato in dimora signorile dall’attuale aspetto romantico, senza però intaccare l’originale struttura a “U”. Il castello porta ancora tracce di intonaco nero, forse a lutto per la morte di Napoleone Bonaparte. Dagli anni Sessanta appartiene al Conte Niccolò Calvi di Bergolo che lo aprì al pubblico divenendo un pioniere e un esempio tra i proprietari di dimore storiche private.
Info Tel. 0131 698128, 0131 698121, 346 2341141 | Mail: [email protected] | Sito: www.castellodipiovera.it
Aperture Da aprile ad ottobre: domenica; 25 aprile; 1 maggio. Visita guidata alle 15.30. Aperto su prenotazione per gruppi (min. 20 persone).
Prezzi Intero € 10; ridotto (fino a 15 anni) € 5; gruppi (min. 15 persone) € 9; scuole € 6 (laboratorio) o € 10 (visita e laboratorio); gratuito per disabili, capogruppo.
Cenni storici Le prime notizie di Pozzolo risalgono al sec. X, entrò ben presto nell'orbita del comune di Tortona e fu da essa fortificato alla fine dell'XI sec. Fu conquistato, con Tortona, nel 1155, dal Barbarossa. Conterà varie proprietà, fino alla famiglia Scaglia e da questa, grazie ad un matrimonio, ai marchesi Morando. L'ultimo Morando lo lasciò in eredità al figliastro avvocato G.Battista Oddini che lo donò al Comune di Pozzolo Formigaro. Il Castello è, oggi, sede del Municipio.
Info Tel. 0143 417054 | Mail: [email protected] | Sito: www.pozzoloformigaro.gov.it
Aperture Nei mesi di maggio, giugno, settembre ed ottobre: ogni domenica 15.00-18.30
Prezzi Gratuito.
Cenni storici Le prime notizie di Pozzolo risalgono al sec. X, entrò ben presto nell'orbita del comune di Tortona e fu da essa fortificato alla fine dell'XI sec. Fu conquistato, con Tortona, nel 1155, dal Barbarossa. Conterà varie proprietà, fino alla famiglia Scaglia e da questa, grazie ad un matrimonio, ai marchesi Morando. L'ultimo Morando lo lasciò in eredità al figliastro avvocato G.Battista Oddini che lo donò al Comune di Pozzolo Formigaro. Il Castello è, oggi, sede del Municipio.
Info Tel. 0143 417054 | Mail: [email protected] | Sito: www.pozzoloformigaro.gov.it
Aperture Nei mesi di maggio, giugno, settembre ed ottobre: ogni domenica 15.00-18.30
Prezzi Gratuito.
Cenni storici La costruzione del castello si è sviluppata attorno alla possente torre circolare dal XII-XIII secolo. Costituito inizialmente da una struttura poligonale destinata alle truppe di sorveglianza, il castello era compreso nel feudo dei Malaspina, venne poi trasformato in residenza nobiliare dalla famiglia alessandrina dei Trotti intorno alla metà del '400. Nel 1570 i Grimaldi, illustri patrizi genovesi, lo acquistarono e vi risiedettero per più di 200 anni.La Cappella di ampie dimensioni è tuttora in uso. l giardino risale alla metà del '700, e recentemente restaurato, è diviso in 3 parti: il giardino all'italiana, il giardino romantico, e il giardino segreto con erbe aromatiche e officinali, di ispirazione monastico medievale.
Il castello è tuttora abitato dai proprietari, una numerosa famiglia di antiche origini tra Liguria e Piemonte.
Info Tel. 0143 873128, 334 3387659, 334 1574751 | Mail: [email protected] | Sito: www.castelloroccagrimalda.it
Aperture 25 aprile; 13 e 27 maggio; 2, 3 e 24 giugno; 29 luglio; 15 e 26 agosto; 30 settembre; 7 ottobre; 15.00-18.00. Aperto su prenotazione per visitatori individuali (min. 2 persone) e gruppi.
Prezzi Intero € 8; ridotto (7-16 anni) € 4; gruppi (min. 25 persone) € 6; scuole € 4; gratuito fino a 6 anni. Gratuito il 27 maggio.
Cenni storici La costruzione del castello si è sviluppata attorno alla possente torre circolare dal XII-XIII secolo. Costituito inizialmente da una struttura poligonale destinata alle truppe di sorveglianza, il castello era compreso nel feudo dei Malaspina, venne poi trasformato in residenza nobiliare dalla famiglia alessandrina dei Trotti intorno alla metà del '400. Nel 1570 i Grimaldi, illustri patrizi genovesi, lo acquistarono e vi risiedettero per più di 200 anni.La Cappella di ampie dimensioni è tuttora in uso. l giardino risale alla metà del '700, e recentemente restaurato, è diviso in 3 parti: il giardino all'italiana, il giardino romantico, e il giardino segreto con erbe aromatiche e officinali, di ispirazione monastico medievale.
Il castello è tuttora abitato dai proprietari, una numerosa famiglia di antiche origini tra Liguria e Piemonte.
Info Tel. 0143 873128, 334 3387659, 334 1574751 | Mail: [email protected] | Sito: www.castelloroccagrimalda.it
Aperture 25 aprile; 13 e 27 maggio; 2, 3 e 24 giugno; 29 luglio; 15 e 26 agosto; 30 settembre; 7 ottobre; 15.00-18.00. Aperto su prenotazione per visitatori individuali (min. 2 persone) e gruppi.
Prezzi Intero € 8; ridotto (7-16 anni) € 4; gruppi (min. 25 persone) € 6; scuole € 4; gratuito fino a 6 anni. Gratuito il 27 maggio.
Cenni storici Bisogna andare al secolo XI per rilevare la prima costruzione fortificata nello stesso luogo in cui ora si erge il Castello; la costruzione del Castello così come si presenta oggi risale probabilmente alla fine del Trecento/inizio Quattrocento verosimilmente opera della potente famiglia roddese dei Faletti. Procedendo, la proprietà passerà ai Mirandola e ai Chiesa. Durante il congresso di Vienna saranno i Savoia ad impossessarsi del Castello il quale diventerà successivamente prima bene statale e poi, definitivamente nel 2001, proprietà del Comune di Roddi. La struttura principale del Castello è parzialmente visitabile anche se in attesa di restauro mentre è stata oggetto di recente restauro la pertinenza: l’obbiettivo è di realizzare all’interno di essa una Scuola Internazionale di Cucina del Tartufo Bianco d’Alba. Attualmente è stata realizzata una moderna cucina didattica fornita di 12 moderne postazioni in acciaio che saranno utili ai turisti per imparare i fondamenti della cucina di Langa.
Info Tel. 39 338 956 9969 || Sito: http://www.castellodiroddi.it/
Aperture nei weekend e festivi. Per i mesi di Maggio e Giugno il sabato dalle 15.00 alle 18.00 e la domenica e i festivi dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 14.00 alle 18.00.
Luglio e Agosto limiteranno le visite nelle sole giornate di domenica e festivi con gli stessi orari.
A Settembre, Ottobre e Novembre (fino a domenica 11), per l’autunno del Tartufo Bianco d’Alba e la Fiera Internazionale, il castello tornerà a seguire gli orari più estesi del sabato, domenica e festivi.
Infine, ancora due aperture straordinarie nelle domeniche 18 e 25 novembre dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 14.00 alle 18.00.
Le visite (max 25 persone per gruppo) sono esclusivamente con accompagnamento.
Prezzi n.d.
Cenni storici Bisogna andare al secolo XI per rilevare la prima costruzione fortificata nello stesso luogo in cui ora si erge il Castello; la costruzione del Castello così come si presenta oggi risale probabilmente alla fine del Trecento/inizio Quattrocento verosimilmente opera della potente famiglia roddese dei Faletti. Procedendo, la proprietà passerà ai Mirandola e ai Chiesa. Durante il congresso di Vienna saranno i Savoia ad impossessarsi del Castello il quale diventerà successivamente prima bene statale e poi, definitivamente nel 2001, proprietà del Comune di Roddi. La struttura principale del Castello è parzialmente visitabile anche se in attesa di restauro mentre è stata oggetto di recente restauro la pertinenza: l’obbiettivo è di realizzare all’interno di essa una Scuola Internazionale di Cucina del Tartufo Bianco d’Alba. Attualmente è stata realizzata una moderna cucina didattica fornita di 12 moderne postazioni in acciaio che saranno utili ai turisti per imparare i fondamenti della cucina di Langa.
Info Tel. 39 338 956 9969 || Sito: http://www.castellodiroddi.it/
Aperture nei weekend e festivi. Per i mesi di Maggio e Giugno il sabato dalle 15.00 alle 18.00 e la domenica e i festivi dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 14.00 alle 18.00.
Luglio e Agosto limiteranno le visite nelle sole giornate di domenica e festivi con gli stessi orari.
A Settembre, Ottobre e Novembre (fino a domenica 11), per l’autunno del Tartufo Bianco d’Alba e la Fiera Internazionale, il castello tornerà a seguire gli orari più estesi del sabato, domenica e festivi.
Infine, ancora due aperture straordinarie nelle domeniche 18 e 25 novembre dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 14.00 alle 18.00.
Le visite (max 25 persone per gruppo) sono esclusivamente con accompagnamento.
Prezzi n.d.
Come spesso per edifici del genere, le notizie sulle sue origini sono molto vaghe: tracce di un "castrum sigifridi" nel sec. XI; la tradizione che il castello fosse distrutto dal Barbarossa in quanto proprietà del vescovo della guelfa Asti; l'acquisto verso la fine del XIII sec. da parte della famiglia Isnardi de Castello, nobili e banchieri astigiani.
Nel sec. XVI un Isnardi di Sanfrè sposò una Savoia-Racconigi, così la famiglia unì la potenza economica con la potenza politica dovuta alla parentela con i Savoia. Questo permise loro grandi lavori edili con l'aggiunta al nucleo medioevale di nuove ali residenziali e di varie pertinenze come scuderie, alloggi per i dipendenti ed edifici rustici, grandi lavori di sterro con la copertura del borgo medioevale più antico allo scopo di ricavare un grande giardino a terrazzo sulla pianura e altri grandi lavori, come ad esempio lo scavo di una grande ghiacciaia sotterranea per accumularvi neve e ghiaccio durante l'inverno e conservarvi le derrate alimentari.
La torre più alta (e più antica) del castello venne presa come punto trigonometrico dal matematico piemontese del sec.XVIII G.B. Beccaria, nel suo lavoro di triangolazione volto a misurare la lunghezza del grado di meridiano alla latitudine del Piemonte. Tuttora la torre, per la sua ampia visibilità, è Punto Trigonometrico di 1° ordine nella rete dell'Istituto Geografico Militare italiano.
Nel 1630, quando, mentre a Torino infuriava la peste, la duchessa di Savoia Maria Cristina, la futura Madama Reale, soggiornò per alcuni mesi al castello di Sanfrè, ospite del gran ciambellano marchese Isnardi di Caraglio.
Alla fine del sec. XVIII, estinta la famiglia Isnardi, il castello passò in eredità alla famiglia portoghese De Souza dalla quale, per via femminile, discendono gli attuali proprietari.
Purtroppo nel sec. XIX e soprattutto nei primi vent' anni del XX, per vari motivi, il castello subì un lento degrado e venne spogliato di tutti gli arredi originari. Tuttavia va ricordato che tra gli anni '20 e il 1960 il castello è stato noviziato delle suore Missionarie della Consolata che l'hanno adattato alle loro esigenze, per esempio trasformando in cappella l'antica scuderia.
Gli attuali proprietari hanno iniziato grandi lavori di restauro, per il momento soprattutto alle coperture.
Info Tel: +39 338 6413535 || Email: [email protected] || Web:http://www.castellosanfre.altervista.com
Aperture (2018)
1 aprile;
1, 13 e 27 maggio;
3 giugno;
1 luglio;
5 agosto;
2 settembre;
7 ottobre.
Aperto su prenotazione per gruppi (min. 20 persone).
Prezzi Intero € 8; gruppi (min. 20 persone) e scuole € 6; gratuito fino a 10 anni.
Come spesso per edifici del genere, le notizie sulle sue origini sono molto vaghe: tracce di un "castrum sigifridi" nel sec. XI; la tradizione che il castello fosse distrutto dal Barbarossa in quanto proprietà del vescovo della guelfa Asti; l'acquisto verso la fine del XIII sec. da parte della famiglia Isnardi de Castello, nobili e banchieri astigiani.
Nel sec. XVI un Isnardi di Sanfrè sposò una Savoia-Racconigi, così la famiglia unì la potenza economica con la potenza politica dovuta alla parentela con i Savoia. Questo permise loro grandi lavori edili con l'aggiunta al nucleo medioevale di nuove ali residenziali e di varie pertinenze come scuderie, alloggi per i dipendenti ed edifici rustici, grandi lavori di sterro con la copertura del borgo medioevale più antico allo scopo di ricavare un grande giardino a terrazzo sulla pianura e altri grandi lavori, come ad esempio lo scavo di una grande ghiacciaia sotterranea per accumularvi neve e ghiaccio durante l'inverno e conservarvi le derrate alimentari.
La torre più alta (e più antica) del castello venne presa come punto trigonometrico dal matematico piemontese del sec.XVIII G.B. Beccaria, nel suo lavoro di triangolazione volto a misurare la lunghezza del grado di meridiano alla latitudine del Piemonte. Tuttora la torre, per la sua ampia visibilità, è Punto Trigonometrico di 1° ordine nella rete dell'Istituto Geografico Militare italiano.
Nel 1630, quando, mentre a Torino infuriava la peste, la duchessa di Savoia Maria Cristina, la futura Madama Reale, soggiornò per alcuni mesi al castello di Sanfrè, ospite del gran ciambellano marchese Isnardi di Caraglio.
Alla fine del sec. XVIII, estinta la famiglia Isnardi, il castello passò in eredità alla famiglia portoghese De Souza dalla quale, per via femminile, discendono gli attuali proprietari.
Purtroppo nel sec. XIX e soprattutto nei primi vent' anni del XX, per vari motivi, il castello subì un lento degrado e venne spogliato di tutti gli arredi originari. Tuttavia va ricordato che tra gli anni '20 e il 1960 il castello è stato noviziato delle suore Missionarie della Consolata che l'hanno adattato alle loro esigenze, per esempio trasformando in cappella l'antica scuderia.
Gli attuali proprietari hanno iniziato grandi lavori di restauro, per il momento soprattutto alle coperture.
Info Tel: +39 338 6413535 || Email: [email protected] || Web:http://www.castellosanfre.altervista.com
Aperture (2018)
1 aprile;
1, 13 e 27 maggio;
3 giugno;
1 luglio;
5 agosto;
2 settembre;
7 ottobre.
Aperto su prenotazione per gruppi (min. 20 persone).
Prezzi Intero € 8; gruppi (min. 20 persone) e scuole € 6; gratuito fino a 10 anni.
Il castello è ritenuto il più antico del Monferrato, comparendo in una mappa dell'856. Nato su uno sperone di tufo inaccessibile, dal quale si domina tutta la vallata e la pianura circostante, fu dapprima una torre di avvistamento, corredata poi da granai per le riserve di cibo e da quartieri per la guarigione. Subito sotto al forte si sistemarono i primi abitanti dell’attuale paese. I Feudatari, nel tempo, furono i conti di Lomello, la Chiesa vercellese e Guglielmo VI del Monferrato detto il grande che, nel XIII secolo, rafforzò ulteriormente le fortificazioni con più alte mura a nord. Esse resistettero a numerosi assalti e incendi, in particolare, nel periodo della successione del Monferrato al tempo dei Gonzaga.
Gli ultimi feudatari di San Giorgio, i Gozani, arricchirono il castello della scenografica facciata settecentesca. Ai Gozani si deve la costruzione nel XVIII secolo, all’interno del giardino pensile, della cappella dalle proporzioni perfette, opera del Ferroggio, allievo dello Juvarra.
Info Tel: +39 338 6682342 , +39 328 6736678 || Web:https://www.facebook.com/castellosangiorgio/
Aperture 2018
Visite guidate: 20 maggio; 15 e 29 luglio; 21 ottobre.
Visite guidate animate: 13 maggio; 2 e 30 settembre.
Visite guidate con degustazione: 27 maggio; 24 giugno; 22 luglio; 16 settembre.
Eventi: 22 aprile; 9 e 10 giugno; 1 luglio; 11 agosto; 22 settembre; 13 e 14 ottobre.
Si richiede la prenotazione telefonica.
Aperto su appuntamento per individuali e piccoli gruppi
Prezzi
Visita guidata: € 7;
visita animata o con degustazione: € 12.
I costi di ingresso potranno subire maggiorazioni in caso di eventi.
Il castello è ritenuto il più antico del Monferrato, comparendo in una mappa dell'856. Nato su uno sperone di tufo inaccessibile, dal quale si domina tutta la vallata e la pianura circostante, fu dapprima una torre di avvistamento, corredata poi da granai per le riserve di cibo e da quartieri per la guarigione. Subito sotto al forte si sistemarono i primi abitanti dell’attuale paese. I Feudatari, nel tempo, furono i conti di Lomello, la Chiesa vercellese e Guglielmo VI del Monferrato detto il grande che, nel XIII secolo, rafforzò ulteriormente le fortificazioni con più alte mura a nord. Esse resistettero a numerosi assalti e incendi, in particolare, nel periodo della successione del Monferrato al tempo dei Gonzaga.
Gli ultimi feudatari di San Giorgio, i Gozani, arricchirono il castello della scenografica facciata settecentesca. Ai Gozani si deve la costruzione nel XVIII secolo, all’interno del giardino pensile, della cappella dalle proporzioni perfette, opera del Ferroggio, allievo dello Juvarra.
Info Tel: +39 338 6682342 , +39 328 6736678 || Web:https://www.facebook.com/castellosangiorgio/
Aperture 2018
Visite guidate: 20 maggio; 15 e 29 luglio; 21 ottobre.
Visite guidate animate: 13 maggio; 2 e 30 settembre.
Visite guidate con degustazione: 27 maggio; 24 giugno; 22 luglio; 16 settembre.
Eventi: 22 aprile; 9 e 10 giugno; 1 luglio; 11 agosto; 22 settembre; 13 e 14 ottobre.
Si richiede la prenotazione telefonica.
Aperto su appuntamento per individuali e piccoli gruppi
Prezzi
Visita guidata: € 7;
visita animata o con degustazione: € 12.
I costi di ingresso potranno subire maggiorazioni in caso di eventi.
Cenni storici La costruzione del Castello venne ideata sulla base di un diploma dato dall’Imperatore Federico Barbarossa a Pavia il 4 dicembre del 1163 a Guido, Burgundio, Assalito e Raineri, cavalieri di Sannazzaro in cui, tra gli altri privilegi, li autorizzava a costruire un castello dovunque volessero nei loro possedimenti (ubicumque voluerint in possessionibus eorum). Secondo altre fonti, la costruzione invece incominciò successivamente. Modificato in base alle epoche e ai bisogni, divenne residenza di campagna nel XVIII secolo; varie parti saranno ristrutturate con risultati eccellenti. Oggi presenta la possibilità di pernottamento, e di utilizzarlo come location di eventi.
Info Tel. 335 1030923 | Mail [email protected] | Sito www.castellosannazzaro.it
Aperture Pasquetta, 8 e 25 aprile; 1, 13, 20 e 27 maggio; 2 giugno; 9 e 16 settembre; 14 e 21
ottobre. Visite guidate alle 11.00, 15.00, 16.00, 17.00. Aperto su prenotazione per visitatori
individuali (min. 2 persone) e gruppi (min. 10 persone).
Prezzi Intero € 10 (eventi € 15); gruppi € 8 (eventi € 10); ridotto (13-18 anni) € 5; scuole € 3; gratuito fino a 12 anni.
Cenni storici La costruzione del Castello venne ideata sulla base di un diploma dato dall’Imperatore Federico Barbarossa a Pavia il 4 dicembre del 1163 a Guido, Burgundio, Assalito e Raineri, cavalieri di Sannazzaro in cui, tra gli altri privilegi, li autorizzava a costruire un castello dovunque volessero nei loro possedimenti (ubicumque voluerint in possessionibus eorum). Secondo altre fonti, la costruzione invece incominciò successivamente. Modificato in base alle epoche e ai bisogni, divenne residenza di campagna nel XVIII secolo; varie parti saranno ristrutturate con risultati eccellenti. Oggi presenta la possibilità di pernottamento, e di utilizzarlo come location di eventi.
Info Tel. 335 1030923 | Mail [email protected] | Sito www.castellosannazzaro.it
Aperture Pasquetta, 8 e 25 aprile; 1, 13, 20 e 27 maggio; 2 giugno; 9 e 16 settembre; 14 e 21
ottobre. Visite guidate alle 11.00, 15.00, 16.00, 17.00. Aperto su prenotazione per visitatori
individuali (min. 2 persone) e gruppi (min. 10 persone).
Prezzi Intero € 10 (eventi € 15); gruppi € 8 (eventi € 10); ridotto (13-18 anni) € 5; scuole € 3; gratuito fino a 12 anni.
Il Castello esisteva all'inizio del XIII sec.Il Castello, e agli albori del XIII sec. doveva possedere la forma che vediamo tuttora. Ulteriori modifiche sono della fine del XV secolo, in concomitanza con lo stabilirsi dei Malaspina e il necessario rafforzamento del luogo. Intorno alla fine del XIX sec., era in stato di degrado e di rovina. Nel 1913, l'architetto della R. Sovrintendenza ai monumenti della Liguria, Terenzio, scrive all'architetto Commendator Alfredo D'Andrade, per conto del marchese Carpaneto Spinola, affinché vengano inviati gli incartamenti per iniziare i lavori di restauro. Tali opere portarono il Castello all'aspetto esterno attuale. Nel 1989, il Castello e il parco annesso, sono diventati proprietà del Comune: l'allora proprietaria, la marchesa Carolina Gavotti Finocchio, ha agevolato l'acquisto del Castello da parte dell'Amministrazione, mentre la somma necessaria è stata interamente donata dalla signorina Elena Bianchi. Il Castello è stato restaurato e ospita un albergo ristorante.
Info Tel: +39 345 6044090 || Email: [email protected] || Web: http://www.castelloditrisobbio.it
Aperture (2018)
Aperto tutto l'anno: venerdì, sabato e domenica.
Aperto nelle festività: Pasqua; Pasquetta; 25 aprile; 1 maggio; 2 giugno; 15 agosto; 1 novembre; 8 dicembre; 25, 26 e 31 dicembre; 1 gennaio. Orario: 10.00-15.00, 18.00-22.00.
In altri orari e infrasettimanale su prenotazione.
Prezzi
Gratuito
Il Castello esisteva all'inizio del XIII sec.Il Castello, e agli albori del XIII sec. doveva possedere la forma che vediamo tuttora. Ulteriori modifiche sono della fine del XV secolo, in concomitanza con lo stabilirsi dei Malaspina e il necessario rafforzamento del luogo. Intorno alla fine del XIX sec., era in stato di degrado e di rovina. Nel 1913, l'architetto della R. Sovrintendenza ai monumenti della Liguria, Terenzio, scrive all'architetto Commendator Alfredo D'Andrade, per conto del marchese Carpaneto Spinola, affinché vengano inviati gli incartamenti per iniziare i lavori di restauro. Tali opere portarono il Castello all'aspetto esterno attuale. Nel 1989, il Castello e il parco annesso, sono diventati proprietà del Comune: l'allora proprietaria, la marchesa Carolina Gavotti Finocchio, ha agevolato l'acquisto del Castello da parte dell'Amministrazione, mentre la somma necessaria è stata interamente donata dalla signorina Elena Bianchi. Il Castello è stato restaurato e ospita un albergo ristorante.
Info Tel: +39 345 6044090 || Email: [email protected] || Web: http://www.castelloditrisobbio.it
Aperture (2018)
Aperto tutto l'anno: venerdì, sabato e domenica.
Aperto nelle festività: Pasqua; Pasquetta; 25 aprile; 1 maggio; 2 giugno; 15 agosto; 1 novembre; 8 dicembre; 25, 26 e 31 dicembre; 1 gennaio. Orario: 10.00-15.00, 18.00-22.00.
In altri orari e infrasettimanale su prenotazione.
Prezzi
Gratuito
Le prime notizie certe del Castello si possono trovare in un documento datato 14 giugno 1322 con cui il Marchese di Monferrato Teodoro I concedeva alla famiglia Pocaparte la licenza "Hedificandi Castrum Ivilie" come propria dimora fortificata. Risale a questo periodo la costruzione della torre rotonda e del muraglione che sorregge il giardino pensile.
Dopo vari passaggi di proprietà, la struttura andò ai Felicita,che diedero inizio ai lavori di restauro del Castello affidandoli all'architetto vercellese Arborio Mella. Ad Armodio, deceduto senza prole nel 1879 - il cui sarcofago è custodito nel parco - succede la contessa Luigia Callori in Massel di Caresana.
Castello e beni di Uviglie passarono poi, per sua precisa volontà testamentaria, al nipote Conte Emanuele Cacherano di Bricherasio ideatore e fondatore della FIAT nonché erede di una nobile famiglia di banchieri molto vicina ai Savoia. Quest'ultimo, morto celibe nel 1904, lasciò tutti i beni di Uviglie in eredità alla sorella Contessina Sofia Cacherano di Bricherasio che, in quanto nubile, concesse nel 1928 ai Missionari della Consolata di Torino la possibilità di insediarsi nel Castello facendone la sede di un noviziato. Durante la seconda guerra mondiale nel castello venne traslata la salma di Don Giuseppe Allamano per proteggerla dai bombardamenti che colpivano la città di Torino. La proprietà dell'immobile fa oggi capo alla "Società Castello di Uviglie".
Info Tel: +39 342 9214895 || Email: [email protected] || Web: http://www.castellodiuviglie.com https://www.facebook.com/ilcastellodiuviglie/ http://instagram.com/ilcastellodiuviglie
Orari (2018)
Dal 9 gennaio al 22 dicembre.
Sabato e domenica visita guidata 10.30 e 15.30 su prenotazione.
Chiuso ad agosto. Il Parco non è visitabile in caso di maltempo. I giorni di apertura possono variare in caso di eventi.
Aperto su prenotazione per visitatori individuali (min. 2 persone) e gruppi.
Prezzi
Intero € 6 (castello e parco), € 10 (castello, parco e cantine con degustazione di vini), scuole € 5.
Le prime notizie certe del Castello si possono trovare in un documento datato 14 giugno 1322 con cui il Marchese di Monferrato Teodoro I concedeva alla famiglia Pocaparte la licenza "Hedificandi Castrum Ivilie" come propria dimora fortificata. Risale a questo periodo la costruzione della torre rotonda e del muraglione che sorregge il giardino pensile.
Dopo vari passaggi di proprietà, la struttura andò ai Felicita,che diedero inizio ai lavori di restauro del Castello affidandoli all'architetto vercellese Arborio Mella. Ad Armodio, deceduto senza prole nel 1879 - il cui sarcofago è custodito nel parco - succede la contessa Luigia Callori in Massel di Caresana.
Castello e beni di Uviglie passarono poi, per sua precisa volontà testamentaria, al nipote Conte Emanuele Cacherano di Bricherasio ideatore e fondatore della FIAT nonché erede di una nobile famiglia di banchieri molto vicina ai Savoia. Quest'ultimo, morto celibe nel 1904, lasciò tutti i beni di Uviglie in eredità alla sorella Contessina Sofia Cacherano di Bricherasio che, in quanto nubile, concesse nel 1928 ai Missionari della Consolata di Torino la possibilità di insediarsi nel Castello facendone la sede di un noviziato. Durante la seconda guerra mondiale nel castello venne traslata la salma di Don Giuseppe Allamano per proteggerla dai bombardamenti che colpivano la città di Torino. La proprietà dell'immobile fa oggi capo alla "Società Castello di Uviglie".
Info Tel: +39 342 9214895 || Email: [email protected] || Web: http://www.castellodiuviglie.com https://www.facebook.com/ilcastellodiuviglie/ http://instagram.com/ilcastellodiuviglie
Orari (2018)
Dal 9 gennaio al 22 dicembre.
Sabato e domenica visita guidata 10.30 e 15.30 su prenotazione.
Chiuso ad agosto. Il Parco non è visitabile in caso di maltempo. I giorni di apertura possono variare in caso di eventi.
Aperto su prenotazione per visitatori individuali (min. 2 persone) e gruppi.
Prezzi
Intero € 6 (castello e parco), € 10 (castello, parco e cantine con degustazione di vini), scuole € 5.
Cenni storici Il Castello Falletti è indissolubilmente legato alla famiglia che gli dona il nome: potente famiglia di banchieri che nel 1250 comprerà l'intero territorio di Barolo, e ne segnerà il destino per almeno due secoli, arrivando a controllare nel piemonte una cinquantina di feudi. Dal 2010 al castello è stata assegnata una nuova vita: diventa WiMu (Wine Museum), il più innovativo museo del vino d'Italia. Le cantine del castello, pure pregevolmente restaurate, ospitano inoltre l'Enoteca Regionale del Barolo. Il WiMu è un viaggio attraverso la cultura e la tradizione del vino. Un percorso ideato da François Confino, l'autore di numerosi allestimenti museali in tutto il mondo, fra cui il Museo nazionale del Cinema alla Mole Antonelliana di Torino.
Info Tel. +39.0173.38 66 97 || Fax. +39.0173.38 07 14 || Mail: [email protected] || Sito: www.wimubarolo.it
Aperture lunedì - domenica: 10.30 - 18.00; Ultimo ingresso: 17.00. Aperto fino a domenica 11 dicembre. Chiuso dal 12 al 25 dicembre. Aperto da lunedì 26 dicembre a domenica 8 gennaio. Domenica 1° gennaio apertura ore 14.00
Prezzi Ingresso Intero: euro 8,00
Ingresso Ridotto: euro 6,00 (Over 65)
Euro 5,00: Gruppi minimo 12 persone, previa prenotazione; studenti possessori della card "Io studio" della Provincia di Cuneo; possessori +Eventi Card.
Euro 3,00: bambini da 6 a 14 anni; scolaresche (con obbligo di accompagnamento guidato, standard euro 30,00 o altro percorso).
Ingresso Gratuito: Bambini fino a 5 anni; disabili e accompagnatori; possessori Carta Musei Torino Piemonte.
Audioguide: euro 3,00 (in italiano, francese, inglese, tedesco)
Qualora si preferisca l'accompagnamento di una guida: I gruppi (min. 12 persone, max 25) devono prenotarla obbligatoriamente.
Guida in lingua italiana: euro 65,00
Guida in lingua straniera: euro 75,00
I visitatori singoli sono invitati a verificarne telefonicamente la disponibilità e l'orario di partenza nei weekend e nei festivi: euro 5 adulti, euro 2 da 6 a 14 anni.
Cenni storici Il Castello Falletti è indissolubilmente legato alla famiglia che gli dona il nome: potente famiglia di banchieri che nel 1250 comprerà l'intero territorio di Barolo, e ne segnerà il destino per almeno due secoli, arrivando a controllare nel piemonte una cinquantina di feudi. Dal 2010 al castello è stata assegnata una nuova vita: diventa WiMu (Wine Museum), il più innovativo museo del vino d'Italia. Le cantine del castello, pure pregevolmente restaurate, ospitano inoltre l'Enoteca Regionale del Barolo. Il WiMu è un viaggio attraverso la cultura e la tradizione del vino. Un percorso ideato da François Confino, l'autore di numerosi allestimenti museali in tutto il mondo, fra cui il Museo nazionale del Cinema alla Mole Antonelliana di Torino.
Info Tel. +39.0173.38 66 97 || Fax. +39.0173.38 07 14 || Mail: [email protected] || Sito: www.wimubarolo.it
Aperture lunedì - domenica: 10.30 - 18.00; Ultimo ingresso: 17.00. Aperto fino a domenica 11 dicembre. Chiuso dal 12 al 25 dicembre. Aperto da lunedì 26 dicembre a domenica 8 gennaio. Domenica 1° gennaio apertura ore 14.00
Prezzi Ingresso Intero: euro 8,00
Ingresso Ridotto: euro 6,00 (Over 65)
Euro 5,00: Gruppi minimo 12 persone, previa prenotazione; studenti possessori della card "Io studio" della Provincia di Cuneo; possessori +Eventi Card.
Euro 3,00: bambini da 6 a 14 anni; scolaresche (con obbligo di accompagnamento guidato, standard euro 30,00 o altro percorso).
Ingresso Gratuito: Bambini fino a 5 anni; disabili e accompagnatori; possessori Carta Musei Torino Piemonte.
Audioguide: euro 3,00 (in italiano, francese, inglese, tedesco)
Qualora si preferisca l'accompagnamento di una guida: I gruppi (min. 12 persone, max 25) devono prenotarla obbligatoriamente.
Guida in lingua italiana: euro 65,00
Guida in lingua straniera: euro 75,00
I visitatori singoli sono invitati a verificarne telefonicamente la disponibilità e l'orario di partenza nei weekend e nei festivi: euro 5 adulti, euro 2 da 6 a 14 anni.
Cenni storici Estremamente scarse sono le notizie storiche sulle sue origini e vi sono non pochi dubbi sulla sua data di costruzione: c'è chi lo colloca nel XIII secolo e chi sostiene invece che la costruzione della torre risalga al 1350 e il resto ad epoca successiva. Attorno al Quattrocento il castello e i circostanti terreni appartenevano al marchese di Busca, i cui stemmi nobiliari furono infatti scoperti sotto gli intonaci di alcune stanze. Il castello passò poi numerosi proprietari dei quali non restano che poche notizie finché Camillo Benso Conte di Cavour vi giunse nel 1830, ospite degli zii, la famiglia De Tonnerre. Incaricato di amministrare questi beni di famiglia, dimostrò capacità organizzativa e apertura verso le nuove acquisizioni scientifiche. Conferì una nuova impronta all'agricoltura locale: tracciò canali, adottò nuovi sistemi razionali di coltivazione, fece piantare duecentomila nuove viti e tentò la coltivazione delle barbabietole. Fu nominato sindaco del piccolo comune nel maggio 1832 a ventidue anni e tale carica mantenne fino al febbraio 1849. Dal 2014 è patrimonio mondiale dell'umanità UNESCO.
Info Tel. +39 0173 262159 || Mail: [email protected], [email protected] || Sito: http://www.castellogrinzane.com/it/homepage
Aperture Aperti tutti i giorni dalle 10.00 alle 19.00, ultimo ingresso alle 18.00
Prezzi n.d.
Cenni storici Estremamente scarse sono le notizie storiche sulle sue origini e vi sono non pochi dubbi sulla sua data di costruzione: c'è chi lo colloca nel XIII secolo e chi sostiene invece che la costruzione della torre risalga al 1350 e il resto ad epoca successiva. Attorno al Quattrocento il castello e i circostanti terreni appartenevano al marchese di Busca, i cui stemmi nobiliari furono infatti scoperti sotto gli intonaci di alcune stanze. Il castello passò poi numerosi proprietari dei quali non restano che poche notizie finché Camillo Benso Conte di Cavour vi giunse nel 1830, ospite degli zii, la famiglia De Tonnerre. Incaricato di amministrare questi beni di famiglia, dimostrò capacità organizzativa e apertura verso le nuove acquisizioni scientifiche. Conferì una nuova impronta all'agricoltura locale: tracciò canali, adottò nuovi sistemi razionali di coltivazione, fece piantare duecentomila nuove viti e tentò la coltivazione delle barbabietole. Fu nominato sindaco del piccolo comune nel maggio 1832 a ventidue anni e tale carica mantenne fino al febbraio 1849. Dal 2014 è patrimonio mondiale dell'umanità UNESCO.
Info Tel. +39 0173 262159 || Mail: [email protected], [email protected] || Sito: http://www.castellogrinzane.com/it/homepage
Aperture Aperti tutti i giorni dalle 10.00 alle 19.00, ultimo ingresso alle 18.00
Prezzi n.d.


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