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Musei

Museo della Magia – Cherasco (CN)
Tipologia
Descrizione

Il Museo della Magia di Cherasco è il più importante museo italiano dedicato alla magia e all’illusionismo. Attraverso le sue sale i visitatori potranno scoprire la storia, gli strumenti e i protagonisti di una delle più affascinanti forme di spettacolo.

La visita al Museo si snoda attraverso ambienti tematici, allestiti scenograficamente, che raccontano ogni aspetto dell’arte magica. Scoprirete le antiche origini della magia e dell’illusionismo, i principali strumenti dei maghi, le diverse forme dello spettacolo magico, i personaggi che hanno fatto la storia della magia, i legami della magia con il mondo dell’occulto.

Periodicamente si svolgono anche  brevi esibizioni curate da artisti, docenti e allievi della Scuola di Magia direttamente nel teatro che sorge all'interno della struttura.

E' presente anche una biblioteca che ospita una sensazionale raccolta di libri e di riviste di magia.

Descrizione lunga

Il Museo della Magia di Cherasco è il più importante museo italiano dedicato alla magia e all’illusionismo. Attraverso le sue sale i visitatori potranno scoprire la storia, gli strumenti e i protagonisti di una delle più affascinanti forme di spettacolo.

La visita al Museo si snoda attraverso ambienti tematici, allestiti scenograficamente, che raccontano ogni aspetto dell’arte magica. Scoprirete le antiche origini della magia e dell’illusionismo, i principali strumenti dei maghi, le diverse forme dello spettacolo magico, i personaggi che hanno fatto la storia della magia, i legami della magia con il mondo dell’occulto.

Periodicamente si svolgono anche  brevi esibizioni curate da artisti, docenti e allievi della Scuola di Magia direttamente nel teatro che sorge all'interno della struttura.

E' presente anche una biblioteca che ospita una sensazionale raccolta di libri e di riviste di magia.

Museo della Montagna
Tipologia
Descrizione

Il Museo Nazionale della Montagna Duca degli Abruzzi si trova a Torino, vicino al convento del Monte dei Cappuccini, in una posizione panoramica dalla quale si possono apprezzare un lungo tratto di Alpi e la città.

Il Museo opera, con un'ampia e attività, sia a livello nazionale che internazionale con l'obiettivo di essere un polo culturale che unisca idealmente, sotto tutti gli aspetti, le montagne del mondo intero. Oltre a collezioni permanenti e temporanee e una didattica, fanno parte del museo una Cineteca Storica , una Fototeca e una Videoteca.

Descrizione lunga

Il Museo Nazionale della Montagna Duca degli Abruzzi si trova a Torino, vicino al convento del Monte dei Cappuccini, in una posizione panoramica dalla quale si possono apprezzare un lungo tratto di Alpi e la città.

Il Museo opera, con un'ampia e attività, sia a livello nazionale che internazionale con l'obiettivo di essere un polo culturale che unisca idealmente, sotto tutti gli aspetti, le montagne del mondo intero. Oltre a collezioni permanenti e temporanee e una didattica, fanno parte del museo una Cineteca Storica , una Fototeca e una Videoteca.

Museo della Spazzacamino
Descrizione

Il Museo della Spazzacamino è situato all’interno del parco di Villa Antonia nel centro storico di Santa Maria Maggiore in Valle Vigezzo. E' finalizzato a promuovere e diffondere la conoscenza della storia e dell’opera degli spazzacamini, molti dei quali emigrati all’estero per svolgere il loro lavoro.
Il mestiere dello spazzacamino, tanto duro quanto indispensabile nella prevenzione degli incendi, risale al XIV secolo. L’epoca del XVI secolo racconta l’emigrazione verso i paesi europei del Nord, mentre quella tra il XIX e il XX secolo è segnata dalla piaga sociale dello sfruttamento minorile.

Descrizione lunga

Il Museo della Spazzacamino è situato all’interno del parco di Villa Antonia nel centro storico di Santa Maria Maggiore in Valle Vigezzo. E' finalizzato a promuovere e diffondere la conoscenza della storia e dell’opera degli spazzacamini, molti dei quali emigrati all’estero per svolgere il loro lavoro.
Il mestiere dello spazzacamino, tanto duro quanto indispensabile nella prevenzione degli incendi, risale al XIV secolo. L’epoca del XVI secolo racconta l’emigrazione verso i paesi europei del Nord, mentre quella tra il XIX e il XX secolo è segnata dalla piaga sociale dello sfruttamento minorile.

Museo di Arti Decorative Fondazione Accorsi-Ometto – Torino
Tipologia
Descrizione

Il museo, inaugurato nel 1999 e dedicato alle arti decorative, è legato alla istituzione, nel 1983 della “Fondazione Pietro Accorsi”, nata per conservare la notevolissima collezione dell’antiquario Pietro Accorsi, deceduto a Torino il 16 ottobre 1982. Il Museo Accorsi (una casa-museo) accoglie, all’interno di una trentina di sale, l’intera collezione appartenuta all’antiquario, formata da centinaia di oggetti - mobili, tappeti, arazzi, dipinti, cristalli, maioliche, porcellane, argenterie – accuratamente selezionati, acquisiti sul mercato antiquario, e messi in relazione fra loro per ricreare le atmosfere del Settecento, secolo che vede Torino protagonista sulla scena internazionale alla pari dei più potenti Stati europei.

Descrizione lunga

Il museo, inaugurato nel 1999 e dedicato alle arti decorative, è legato alla istituzione, nel 1983 della “Fondazione Pietro Accorsi”, nata per conservare la notevolissima collezione dell’antiquario Pietro Accorsi, deceduto a Torino il 16 ottobre 1982. Il Museo Accorsi (una casa-museo) accoglie, all’interno di una trentina di sale, l’intera collezione appartenuta all’antiquario, formata da centinaia di oggetti - mobili, tappeti, arazzi, dipinti, cristalli, maioliche, porcellane, argenterie – accuratamente selezionati, acquisiti sul mercato antiquario, e messi in relazione fra loro per ricreare le atmosfere del Settecento, secolo che vede Torino protagonista sulla scena internazionale alla pari dei più potenti Stati europei.

Museo Etnologico Missionario Salesiano – Castelnuovo Don Bosco
Tipologia
Descrizione

Fra le verdi colline dell'astigiano, c'è una località nota nel mondo per i nomi di San Giovanni Bosco, fondatore dell´Opera Salesiana, San Giuseppe Cafasso, Beato Giuseppe Allamano, San Domenico Savio e il Cardinale Giovanni Cagliero. Si tratta del Colle Don Bosco dove ha sede l'Istituto salesiano che insieme alla chiesetta di Santa Maria Ausiliatrice, il Tempio Don Bosco, il Museo etnologico e delle Missioni salesiane, costituisce una meta imprescindibile per i fedeli che vi giungono da ogni parte d'Italia in tutte le stagioni dell'anno. Il museo etnologico missionario raccoglie oggetti e manufatti prodotti dalle popolazioni indigene dell'America meridionale, dell'Asia, dell'Africa e dell'Oceania e conserva rilevanti nuclei di materiale naturalistico raccolto in quelle terre dai missionari salesiani. Vi sono esposti oggetti di uso comune realizzati con grande perizia e con svariati materiali da donne e bambini, piccoli gioielli di lacca decorati con penne d'uccello o monili ricavati dalla corteccia degli alberi. Don Bosco (1815-1888), eletto santo dalla chiesa cattolica, oltre a essere fondatore dell'ordine dei Salesiani, rimane celebre per essere stato un grande educatore e pedagogo, capace di mettere in pratica i dettami della sua religione utilizzando metodi di insegnamento basati più sull'amore e sulla comprensione che sulla punizione e il castigo.

Descrizione lunga

Fra le verdi colline dell'astigiano, c'è una località nota nel mondo per i nomi di San Giovanni Bosco, fondatore dell´Opera Salesiana, San Giuseppe Cafasso, Beato Giuseppe Allamano, San Domenico Savio e il Cardinale Giovanni Cagliero. Si tratta del Colle Don Bosco dove ha sede l'Istituto salesiano che insieme alla chiesetta di Santa Maria Ausiliatrice, il Tempio Don Bosco, il Museo etnologico e delle Missioni salesiane, costituisce una meta imprescindibile per i fedeli che vi giungono da ogni parte d'Italia in tutte le stagioni dell'anno. Il museo etnologico missionario raccoglie oggetti e manufatti prodotti dalle popolazioni indigene dell'America meridionale, dell'Asia, dell'Africa e dell'Oceania e conserva rilevanti nuclei di materiale naturalistico raccolto in quelle terre dai missionari salesiani. Vi sono esposti oggetti di uso comune realizzati con grande perizia e con svariati materiali da donne e bambini, piccoli gioielli di lacca decorati con penne d'uccello o monili ricavati dalla corteccia degli alberi. Don Bosco (1815-1888), eletto santo dalla chiesa cattolica, oltre a essere fondatore dell'ordine dei Salesiani, rimane celebre per essere stato un grande educatore e pedagogo, capace di mettere in pratica i dettami della sua religione utilizzando metodi di insegnamento basati più sull'amore e sulla comprensione che sulla punizione e il castigo.

Museo Francesco Borgogna – Vercelli
Tipologia
Descrizione

Situato nel cuore di Vercelli e sorto per legato testamentario di Antonio Borgogna nel 1907, filantropo e collezionista d'arte, ospita una vasta collezione di pittura, scultura, arti decorative, lastre fotografiche. Per la quantità e qualità di opere pittoriche italiane ed europee, che spaziano dal Medioevo al Novecento, è considerata la seconda pinacoteca del Piemonte dopo la Galleria Sabauda di Torino.

L'allestimento della collezione segue l'ordine cronologico e per scuole artistiche: pittura piemontese del XV e XVI sec., pittura italiana del XV e XVI sec., pittura italiana del XVII e XVIII sec., pittura italiana del XVII e XVIII sec., pittura fiamminga, pittura olandese, pittura tedesca.

Descrizione lunga

Situato nel cuore di Vercelli e sorto per legato testamentario di Antonio Borgogna nel 1907, filantropo e collezionista d'arte, ospita una vasta collezione di pittura, scultura, arti decorative, lastre fotografiche. Per la quantità e qualità di opere pittoriche italiane ed europee, che spaziano dal Medioevo al Novecento, è considerata la seconda pinacoteca del Piemonte dopo la Galleria Sabauda di Torino.

L'allestimento della collezione segue l'ordine cronologico e per scuole artistiche: pittura piemontese del XV e XVI sec., pittura italiana del XV e XVI sec., pittura italiana del XVII e XVIII sec., pittura italiana del XVII e XVIII sec., pittura fiamminga, pittura olandese, pittura tedesca.

Museo Storico dei Vigili del Fuoco – Torino
Tipologia
Descrizione

Il museo Museo Storico dei Vigili del Fuoco, nato nel 1991 in occasione delle Celebrazioni del 50° Anniversario di Fondazione del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, ospita la preziosa raccolta di automezzi, documenti, attrezzature e memorie storiche, di cui disponeva da tempo l'Archivio storico. Il corpus maggiore del patrimonio fotografico unico per ricchezza e completezza, riguarda il Secondo Conflitto Mondiale, con i suoi tre preziosi volumi composti di oltre 1000 fotografie, e con la raccolta quasi completa dei negativi originali composta da circa 4000 fotogrammi restaurati, raccolti e ordinati. Altre 4000/5000 immagini fotografiche e in negativo degli anni pre bellici e fino ai giorni nostri, completano l'archivio. Altre foto ancora sempre dei primi del '900 di proprietà dell'Associazione Per la Storia dei Vigili del Fuoco, arricchiscono il patrimonio aperto alla consultazione e messo a disposizione della collettività. Il patrimonio dell'archivio è inoltre composto da mezzi di diverse dimensioni e tipologie, attrezzature e documenti che hanno quotidianamente scritto la storia dei Vigili del Fuoco dal secolo XVIII ad oggi, che sono in gran parte custoditi in differenti ubicazioni, ma quasi mai consone al patrimonio stesso, quantificabili allo stato attuale in oltre 70 veicoli di diverse epoche.: A completamento degli automezzi vi sono, inoltre, quelle attrezzature di diverse dimensioni e tipologie, che hanno costituito il corredo operativo del vigile del fuoco negli anni antecedenti alla costituzione del Corpo Nazionale e nel periodo successivo.

Descrizione lunga

Il museo Museo Storico dei Vigili del Fuoco, nato nel 1991 in occasione delle Celebrazioni del 50° Anniversario di Fondazione del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, ospita la preziosa raccolta di automezzi, documenti, attrezzature e memorie storiche, di cui disponeva da tempo l'Archivio storico. Il corpus maggiore del patrimonio fotografico unico per ricchezza e completezza, riguarda il Secondo Conflitto Mondiale, con i suoi tre preziosi volumi composti di oltre 1000 fotografie, e con la raccolta quasi completa dei negativi originali composta da circa 4000 fotogrammi restaurati, raccolti e ordinati. Altre 4000/5000 immagini fotografiche e in negativo degli anni pre bellici e fino ai giorni nostri, completano l'archivio. Altre foto ancora sempre dei primi del '900 di proprietà dell'Associazione Per la Storia dei Vigili del Fuoco, arricchiscono il patrimonio aperto alla consultazione e messo a disposizione della collettività. Il patrimonio dell'archivio è inoltre composto da mezzi di diverse dimensioni e tipologie, attrezzature e documenti che hanno quotidianamente scritto la storia dei Vigili del Fuoco dal secolo XVIII ad oggi, che sono in gran parte custoditi in differenti ubicazioni, ma quasi mai consone al patrimonio stesso, quantificabili allo stato attuale in oltre 70 veicoli di diverse epoche.: A completamento degli automezzi vi sono, inoltre, quelle attrezzature di diverse dimensioni e tipologie, che hanno costituito il corredo operativo del vigile del fuoco negli anni antecedenti alla costituzione del Corpo Nazionale e nel periodo successivo.

Museo “A come Ambiente” – Torino
Tipologia
Descrizione

'A come Ambiente' si trova all'interno dell'Environment Park, il parco scientifico e tecnologico di Torino. Ha come obiettivo una cultura ambientale condivisa e diffusa, nuovi comportamenti individuali e collettivi, nel rispetto della natura. Il museo, interattivo e multimediale, è diviso in quattro sezioni: energia, trasporti, rifiuti, acqua. Il percorso è studiato in modo da coinvolgere il visitatore in performance e giochi. Divertimento e informazione, infatti, possono trasmettere una cultura che porta a comportamenti formativi che contribuiscono a migliorare la qualità della vita di ognuno di noi. L'allestimento è arricchito inoltre dalle opere di artisti italiani di fama internazionale: Ugo Nespolo (autore del logo), Piero Gilardi (che ha realizzato l'opera 'Prato solare' e "Respiro liquido" appositamente per il museo) ed anche installazioni di Corrado Bonomi, Francesco Casorati, Enrico T. De Paris, Ferdi Giardini, Mario Merz, Kimitake Sato, Gilberto Zorio, Angelo Grassi.

Descrizione lunga

'A come Ambiente' si trova all'interno dell'Environment Park, il parco scientifico e tecnologico di Torino. Ha come obiettivo una cultura ambientale condivisa e diffusa, nuovi comportamenti individuali e collettivi, nel rispetto della natura. Il museo, interattivo e multimediale, è diviso in quattro sezioni: energia, trasporti, rifiuti, acqua. Il percorso è studiato in modo da coinvolgere il visitatore in performance e giochi. Divertimento e informazione, infatti, possono trasmettere una cultura che porta a comportamenti formativi che contribuiscono a migliorare la qualità della vita di ognuno di noi. L'allestimento è arricchito inoltre dalle opere di artisti italiani di fama internazionale: Ugo Nespolo (autore del logo), Piero Gilardi (che ha realizzato l'opera 'Prato solare' e "Respiro liquido" appositamente per il museo) ed anche installazioni di Corrado Bonomi, Francesco Casorati, Enrico T. De Paris, Ferdi Giardini, Mario Merz, Kimitake Sato, Gilberto Zorio, Angelo Grassi.

Palazzo dei Musei – Varallo
Tipologia
Descrizione

Il palazzo dei musei è un ampio caseggiato con una corte interna dalla quale si può vedere uno scorcio del Sacro Monte. All'interno, su diversi piani, si possono visitare il museo di Storia Naturale, e la preziosa pinacoteca. Questa fu istituita nel 1887 per volontà della Società di Incoraggiamento allo Studio del Disegno e alla Società di Conservazione delle Opere d'Arte e dei monumenti in Valsesia. La collezione della Pinacoteca Varallo, costituita nel 1887 grazie alla Società di Incoraggiamento allo Studio del Disegno e alla Società di Conservazione delle Opere d´Arte e dei Monumenti in Valsesia, conta più di tremila opere che documentano la realtà figurativa valsesiana offrendo al visitatore un panorama esaustivo che va dal XV al XIX secolo. L´attuale allestimento comprende opere di Gaudenzio Ferrari e di Tanzio da Varallo, ma anche diMorazzone, Lanino, Gianoli e Orgiazzi. Tra le opere conservate vi sono bronzi, gessi, intagli, terrecotte e numerosi oggetti di mobilio. Nella sezione dedicata alla scultura vi sono significativi lavori provenienti dal Sacro Monte di Varallo e bozzetti di scultori come Carestia, Antonini, Albertoni, Della Vedova.

Descrizione lunga

Il palazzo dei musei è un ampio caseggiato con una corte interna dalla quale si può vedere uno scorcio del Sacro Monte. All'interno, su diversi piani, si possono visitare il museo di Storia Naturale, e la preziosa pinacoteca. Questa fu istituita nel 1887 per volontà della Società di Incoraggiamento allo Studio del Disegno e alla Società di Conservazione delle Opere d'Arte e dei monumenti in Valsesia. La collezione della Pinacoteca Varallo, costituita nel 1887 grazie alla Società di Incoraggiamento allo Studio del Disegno e alla Società di Conservazione delle Opere d´Arte e dei Monumenti in Valsesia, conta più di tremila opere che documentano la realtà figurativa valsesiana offrendo al visitatore un panorama esaustivo che va dal XV al XIX secolo. L´attuale allestimento comprende opere di Gaudenzio Ferrari e di Tanzio da Varallo, ma anche diMorazzone, Lanino, Gianoli e Orgiazzi. Tra le opere conservate vi sono bronzi, gessi, intagli, terrecotte e numerosi oggetti di mobilio. Nella sezione dedicata alla scultura vi sono significativi lavori provenienti dal Sacro Monte di Varallo e bozzetti di scultori come Carestia, Antonini, Albertoni, Della Vedova.

Palazzo Reale – Torino
Tipologia
Descrizione

Il Palazzo Reale, in piazza Castello a Torino, è il frutto di un progetto globale di ridefinizione della sede della corte, prima per i duchi e poi per i sovrani sabaudi. Sin dal 1584 Carlo Emanuele I avvia il cantiere per la realizzazione del “Palazzo Novo Grande”, avvalendosi della progettazione di Ascanio Vitozzi, cui subentreranno i Castellamonte e di seguito tutti gli architetti ducali. Filippo Juvarra, architetto regio, vi inserisce nel 1720 lo scalone delle forbici, risolvendo il complesso problema del collegamento verticale, e provvede all’inserimento delle preziose lacche cinesi acquistate da lui medesimo a Roma, nel Gabinetto Cinese, secondo il gusto per l’Oriente di quegli anni. Benedetto Alfieri, viceversa, ha parte determinante nella soluzione dell’organizzazione degli appartamenti di rappresentanza. Con la Restaurazione Vittorio Emanuele I fa risistemare gli appartamenti del primo e secondo piano e la cappella regia, nel 1823 si mette mano alla Galleria del Beaumont (poi ampiamente trasformata). Sotto Carlo Alberto Pelagio Palagi ridefinisce completamente l’arredo degli appartamenti di rappresentanza del primo piano (con la Sala del trono, 1836-1838, e il Salone degli Svizzeri). Con Vittorio Emanuele II, dal 1862, si avvia la campagna di ridefinizione dello scalone d’onore con il rifacimento del “plafone”, della balaustra, del pavimento e delle decorazioni in stucco. Emilio Stramucci negli anni Novanta del secolo aggiunge la Manica Nuova e procede a modesti interventi di ridecorazione. Dal 1955 il Palazzo Reale, con i suoi arredi, è in consegna alle Soprintendenze del Piemonte. All’interno si visitano il primo piano, con il Salone degli Svizzeri su disegno di Pelagio Palagi, la Sala delle Guardie del Corpo o delle Dignità con importanti dipinti, la Sala degli Staffieri o delle Virtù con il soffitto ligneo intagliato e dorato di Carlo Morello (1660), la Sala dei Paggi o delle Vittorie con soffitto e fregio su disegno di Michelangelo Morello (1660), la Sala del trono, la Sala delle Udienze private, la Sala del Consiglio, il notevolissimo Gabinetto delle Lacche cinesi su progetto di Juvarra, la Camera da letto di Carlo Alberto con il pregadio, la Galleria del Daniel (interamente affrescata nella volta verso il 1690 con temi allegorici) e la preziosa Sala del caffè, oltre all’attigua Sala da pranzo fatta allestire da Umberto I nel corso della riplasmazione degli appartamenti da lui voluta e, per finire, la Camera dell’Alcova, tra le più fastose dell’intero palazzo, usata da Carlo Emanuele II, Vittorio Amedeo II e poi trasformata da Carlo Emanuele III in piccola sala da ballo. Saltuariamente, fuori dal percorso consolidato, si possono visitare l’appartamento della Regina, quello di Madama Felicita (sorella di Vittorio Amedeo III che vi risiedette dal 1788), gli appartamenti dei Duchi di Savoia, l’appartamento dei Duchi d’Aosta e l’appartamento di Vittorio Emanuele duca di Savoia. All’esterno del Palazzo è possibile visitare i notevoli giardini reali, in origine su disegno di André Le-Nôtre, su committenza di Vittorio Amedeo II (1697-1698), con fontane e gruppi di statuaria.   Palazzo Reale, i Giardini Reali, La Biblioteca Reale, l'Armeria Reale, la nuova Galleria Sabauda, il Museo Archeologico e Palazzo Chiablese fanno parte di in unico grande progetto museale: Il Polo Reale, visitabile con un unico biglietto.

Descrizione lunga

Il Palazzo Reale, in piazza Castello a Torino, è il frutto di un progetto globale di ridefinizione della sede della corte, prima per i duchi e poi per i sovrani sabaudi. Sin dal 1584 Carlo Emanuele I avvia il cantiere per la realizzazione del “Palazzo Novo Grande”, avvalendosi della progettazione di Ascanio Vitozzi, cui subentreranno i Castellamonte e di seguito tutti gli architetti ducali. Filippo Juvarra, architetto regio, vi inserisce nel 1720 lo scalone delle forbici, risolvendo il complesso problema del collegamento verticale, e provvede all’inserimento delle preziose lacche cinesi acquistate da lui medesimo a Roma, nel Gabinetto Cinese, secondo il gusto per l’Oriente di quegli anni. Benedetto Alfieri, viceversa, ha parte determinante nella soluzione dell’organizzazione degli appartamenti di rappresentanza. Con la Restaurazione Vittorio Emanuele I fa risistemare gli appartamenti del primo e secondo piano e la cappella regia, nel 1823 si mette mano alla Galleria del Beaumont (poi ampiamente trasformata). Sotto Carlo Alberto Pelagio Palagi ridefinisce completamente l’arredo degli appartamenti di rappresentanza del primo piano (con la Sala del trono, 1836-1838, e il Salone degli Svizzeri). Con Vittorio Emanuele II, dal 1862, si avvia la campagna di ridefinizione dello scalone d’onore con il rifacimento del “plafone”, della balaustra, del pavimento e delle decorazioni in stucco. Emilio Stramucci negli anni Novanta del secolo aggiunge la Manica Nuova e procede a modesti interventi di ridecorazione. Dal 1955 il Palazzo Reale, con i suoi arredi, è in consegna alle Soprintendenze del Piemonte. All’interno si visitano il primo piano, con il Salone degli Svizzeri su disegno di Pelagio Palagi, la Sala delle Guardie del Corpo o delle Dignità con importanti dipinti, la Sala degli Staffieri o delle Virtù con il soffitto ligneo intagliato e dorato di Carlo Morello (1660), la Sala dei Paggi o delle Vittorie con soffitto e fregio su disegno di Michelangelo Morello (1660), la Sala del trono, la Sala delle Udienze private, la Sala del Consiglio, il notevolissimo Gabinetto delle Lacche cinesi su progetto di Juvarra, la Camera da letto di Carlo Alberto con il pregadio, la Galleria del Daniel (interamente affrescata nella volta verso il 1690 con temi allegorici) e la preziosa Sala del caffè, oltre all’attigua Sala da pranzo fatta allestire da Umberto I nel corso della riplasmazione degli appartamenti da lui voluta e, per finire, la Camera dell’Alcova, tra le più fastose dell’intero palazzo, usata da Carlo Emanuele II, Vittorio Amedeo II e poi trasformata da Carlo Emanuele III in piccola sala da ballo. Saltuariamente, fuori dal percorso consolidato, si possono visitare l’appartamento della Regina, quello di Madama Felicita (sorella di Vittorio Amedeo III che vi risiedette dal 1788), gli appartamenti dei Duchi di Savoia, l’appartamento dei Duchi d’Aosta e l’appartamento di Vittorio Emanuele duca di Savoia. All’esterno del Palazzo è possibile visitare i notevoli giardini reali, in origine su disegno di André Le-Nôtre, su committenza di Vittorio Amedeo II (1697-1698), con fontane e gruppi di statuaria.   Palazzo Reale, i Giardini Reali, La Biblioteca Reale, l'Armeria Reale, la nuova Galleria Sabauda, il Museo Archeologico e Palazzo Chiablese fanno parte di in unico grande progetto museale: Il Polo Reale, visitabile con un unico biglietto.

Pinacoteca Agnelli – Torino
Tipologia
Descrizione

'Sbaglierebbe però percorso chi, entrando nella pinacoteca del Lingotto, cercasse subito un nesso artistico, il legame ideale tra le varie opere in mostra. Il solo filo che tutte le unisce è il piacere che io ho provato nel vederle, la prima volta e le numerose volte che mi sono fermato a studiarle. È questo l'invito che faccio ai visitatori: guardate il bello, lasciate che vi conquisti con il suo gusto e la sua bellezza.' Giovanni Agnelli   Canaletto, Matisse, Picasso, Renoir, Manet, Balla, Severini, Modigliani, Bellotto, Tiepolo, Canova: sono venticinque le opere di Giovanni e Marella Agnelli custodite nello 'scrigno' di Renzo Piano, un contenitore di vetro e acciaio appoggiato sulla copertura del Lingotto e aperto al pubblico nel 2002. Agnelli intende fin dall'inizio offrire ai torinesi 'piacere, bellezza e gioia', per condividere in primo luogo con i suoi concittadini, il percorso di formazione di un gusto estetico e il piacere che un'opera d'arte desiderata, scelta e amata provoca in chi la guarda. La pinacoteca è sede di esposizioni temporanee e di una galleria fotografica permanente 'Dalla fabbrica di Matté Trucco allo scrigno di Renzo Piano' che documenta le diverse fasi della trasformazione del Lingotto. La collezione permanente non è fra le più ampie ma è ricchissima di capolavori: sei opere del Canaletto, due quadri di Bernardo Bellotto (vedute di Dresda), sette magnifici dipinti di Matisse oltre a diverse tele di artisti francesi (Manet, Renoir, Picasso ecc.) e di artisti italiani (Balla, Severini ecc.). Fra quest'ultimi è molto ammirata la tela Nudo sdraiato di Amedeo Modigliani. In una delle sale di via Nizza infine fa bella mostra la statua Danzatrice con il dito al mento di Antonio Canova. La pinacoteca è comunque attrezzata come i più moderni musei, pertanto oltre al book shop è funzionante un efficiente servizio didattico attrezzato anche per i più giovani.

Descrizione lunga

'Sbaglierebbe però percorso chi, entrando nella pinacoteca del Lingotto, cercasse subito un nesso artistico, il legame ideale tra le varie opere in mostra. Il solo filo che tutte le unisce è il piacere che io ho provato nel vederle, la prima volta e le numerose volte che mi sono fermato a studiarle. È questo l'invito che faccio ai visitatori: guardate il bello, lasciate che vi conquisti con il suo gusto e la sua bellezza.' Giovanni Agnelli   Canaletto, Matisse, Picasso, Renoir, Manet, Balla, Severini, Modigliani, Bellotto, Tiepolo, Canova: sono venticinque le opere di Giovanni e Marella Agnelli custodite nello 'scrigno' di Renzo Piano, un contenitore di vetro e acciaio appoggiato sulla copertura del Lingotto e aperto al pubblico nel 2002. Agnelli intende fin dall'inizio offrire ai torinesi 'piacere, bellezza e gioia', per condividere in primo luogo con i suoi concittadini, il percorso di formazione di un gusto estetico e il piacere che un'opera d'arte desiderata, scelta e amata provoca in chi la guarda. La pinacoteca è sede di esposizioni temporanee e di una galleria fotografica permanente 'Dalla fabbrica di Matté Trucco allo scrigno di Renzo Piano' che documenta le diverse fasi della trasformazione del Lingotto. La collezione permanente non è fra le più ampie ma è ricchissima di capolavori: sei opere del Canaletto, due quadri di Bernardo Bellotto (vedute di Dresda), sette magnifici dipinti di Matisse oltre a diverse tele di artisti francesi (Manet, Renoir, Picasso ecc.) e di artisti italiani (Balla, Severini ecc.). Fra quest'ultimi è molto ammirata la tela Nudo sdraiato di Amedeo Modigliani. In una delle sale di via Nizza infine fa bella mostra la statua Danzatrice con il dito al mento di Antonio Canova. La pinacoteca è comunque attrezzata come i più moderni musei, pertanto oltre al book shop è funzionante un efficiente servizio didattico attrezzato anche per i più giovani.

Pinacoteca dell’Accademia Albertina di Belle Arti – Torino
Tipologia
Descrizione

e origini della pinacoteca Albertina risalgono al 1828, con la donazione della 'quadreria' di oltre duecento dipinti, appartenuta all'arcivescovo Mossi di Morano, cui si aggiunge nel 1832, da parte di re Carlo Alberto, il lascito di sessanta cartoni cinquecenteschi, connessi all'attività di Gaudenzio Ferrari e della sua scuola, fino ad allora conservati nei Regi Archivi. Durante l'Ottocento altri lasciti e donazioni di docenti e allievi dell'Accademia hanno arricchito il patrimonio confermando la sua primaria funzione legata a 'l'istruzione dei giovani inclinati alla bell'arte del disegno e delle pi'ture". La Pinacoteca ospita opere di Filippo Lippi, Ignazio Collino, Giuseppe Bagetti e Martin van Heemskerk. Vengono inoltre dedicate delle mostre temporanee ai 'Maestri dell'Accademia Albertina'.

Descrizione lunga

e origini della pinacoteca Albertina risalgono al 1828, con la donazione della 'quadreria' di oltre duecento dipinti, appartenuta all'arcivescovo Mossi di Morano, cui si aggiunge nel 1832, da parte di re Carlo Alberto, il lascito di sessanta cartoni cinquecenteschi, connessi all'attività di Gaudenzio Ferrari e della sua scuola, fino ad allora conservati nei Regi Archivi. Durante l'Ottocento altri lasciti e donazioni di docenti e allievi dell'Accademia hanno arricchito il patrimonio confermando la sua primaria funzione legata a 'l'istruzione dei giovani inclinati alla bell'arte del disegno e delle pi'ture". La Pinacoteca ospita opere di Filippo Lippi, Ignazio Collino, Giuseppe Bagetti e Martin van Heemskerk. Vengono inoltre dedicate delle mostre temporanee ai 'Maestri dell'Accademia Albertina'.

WiMU – Museo del Vino – Barolo
Tipologia
Descrizione

WiMu è il più innovativo museo del vino in Italia e tra i più importanti al mondo, inaugurato nel settembre 2010 e immerso nel cuore di un territorio famoso nel mondo per i suoi vini, il Barolo, situato all'interno di un castello dalla storia millenaria.

La visita è strutturata come una discesa in profondità nella cultura del vino: la suggestione di addentrarsi nei misteri e nei miti del frutto di Bacco corrisponde alla sensazione fisica di raggiungere il cuore del castello Falletti, seguendo il percorso di visita che procede dal terzo piano fino ai livelli seminterrati.

All'inizio del percorso è la natura ad essere protagonista, per il suo indiscusso contributo alla creazione di un grande vino. Qui le sale evocano e suggeriscono, avvolgendo il visitatore in una pura emozione. Di seguito il percorso conduce alla scoperta del vino nella storia e nell'arte, in cucina e nel cinema, nella musica e nella letteratura, nei miti universali e nelle tradizioni locali.

Descrizione lunga

WiMu è il più innovativo museo del vino in Italia e tra i più importanti al mondo, inaugurato nel settembre 2010 e immerso nel cuore di un territorio famoso nel mondo per i suoi vini, il Barolo, situato all'interno di un castello dalla storia millenaria.

La visita è strutturata come una discesa in profondità nella cultura del vino: la suggestione di addentrarsi nei misteri e nei miti del frutto di Bacco corrisponde alla sensazione fisica di raggiungere il cuore del castello Falletti, seguendo il percorso di visita che procede dal terzo piano fino ai livelli seminterrati.

All'inizio del percorso è la natura ad essere protagonista, per il suo indiscusso contributo alla creazione di un grande vino. Qui le sale evocano e suggeriscono, avvolgendo il visitatore in una pura emozione. Di seguito il percorso conduce alla scoperta del vino nella storia e nell'arte, in cucina e nel cinema, nella musica e nella letteratura, nei miti universali e nelle tradizioni locali.

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Domenica 21 aprile, I Maghi di Oz alla Palazzina di Caccia di Stupinigi

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Dal 24 al 28 aprile a Ceres Le Valli di Lanzo in vetrina

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Viotti e Stradivari: un viaggio nella storia della musica

La mostra celebrativa nel cuore di Vercelli

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A Torino arriva la quarta edizione della Biennale Tecnologia, dal 18 al 21 aprile

La quarta edizione della Biennale Tecnologia si svolgerà a Torino dal 18 al 21 aprile, organizzata dal Politecnico di Torino...

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