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Biblioteca nazionale universitaria

La fondazione ufficiale dell’attuale Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino si colloca nel 1723 quando per volontà del sovrano Vittorio Amedeo II di Savoia, venivano accorpati nei nuovi locali della Regia Università di via Po i tre principali fondi librari presenti nella città: i libri del Comune; la raccolta della Regia Università, generalmente legata alle esigenze dei docenti e degli studenti; i libri della corona, raccolti dai duchi di Savoia.
La Biblioteca della Regia Università si distinse fin da subito per il lavoro di catalogazione del patrimonio manoscritto, intrapreso dall’Abate Francesco Domenico Bencini, ma soprattutto dall’Abate Giuseppe Pasini di Padova, prefetto tra il 1745 e il 1770, il quale editò, insieme con Antonio Rivautella e Francesco Berta, ex Typographia Regia, il catalogo Codices manuscripti Bibliothecae Regii Taurinensis Athenaei per linguas digesti et binas in parte distributi.
L’Istituto incrementò anche il suo patrimonio di libri a stampa, grazie al privilegio concesso del diritto di stampa, a cospicui doni e all’acquisto di svariati fondi. Ulteriori collezioni pervennero in seguito alla soppressione della Compagnia di Gesù, e in epoca napoleonica quando le soppressioni conventuali fecero incamerare numerose biblioteche ecclesiastiche con un patrimonio librario di più di 30.000 volumi.
La ricchezza dei fondi conservati nel XIX secolo fece sì che la Biblioteca, al momento della riorganizzazione delle biblioteche italiane, avvenuta con il R.D. del 20 gennaio 1876, venisse inclusa tra quelle autonome di primo grado e fregiata del titolo di Nazionale preposto a quello tradizionale di Universitaria, in quanto incaricata “di rappresentare, nella sua continuità e generalità, il progresso e lo stato della cultura italiana e straniera”.
Nel 1904 un fatto catastrofico sconvolse la vita dell’Istituto: nella notte tra il 25 e il 26 gennaio presero fuoco cinque sale della biblioteca compromettendo, irrimediabilmente, la sezione dei manoscritti, degli incunaboli piemontesi, delle aldine e della consultazione.
Nel corso del XX sec. continuarono le acquisizioni, anche di fondi preziosissimi; durante il secondo conflitto mondiale, nel bombardamento di Torino dell’8 dicembre 1942, furono distrutti più di 15.000 volumi (tra cui quelli geografici con gli atlanti antichi ricchi di mappe) e porzioni del catalogo generale.
Nel 1957 iniziò la costruzione dell’attuale sede di piazza Carlo Alberto che terminò nel 1973, quando si procedette al trasloco dei volumi e degli uffici.
Il 15 ottobre 1973 veniva inaugurata la nuova Biblioteca. Due anni dopo la gestione dell’Istituto passò dal Ministero della Pubblica Istruzione al neonato Ministero dei Beni Culturali e Ambientali e nel 1998 al nuovo Ministero per i Beni e le Attività Culturali.


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