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L’evoluzione e lo stato dell’arte del progetto della Ciclovia Vento da Venezia a Torino

L’idea di una ciclovia di stampo d’oltralpe localizzata in Italia è nata al Politecnico di Milano nel lontano 2010, quando un gruppo di studenti e docenti di vari indirizzi (ingegneri, architetti e urbanisti) ha proposto di investire in un progetto ambizioso, che potesse rilanciare la provincia del nord Italia, creando posti di lavoro e un maggiore appeal turistico per la zona. Si è cominciato così a parlare del progetto Vento, che ha l’obiettivo di collegare Torino a Venezia attraverso una pista ciclabile sicura e suggestiva lungo le rive del Po.

Il progetto è ancora lontano dall’essere concluso, avendo trovato in questi undici anni molte difficoltà soprattutto nella ricerca dei fondi necessari al suo completamento. Dal 2016 Vento è entrato nel Sistema Nazionale Ciclovie Turistiche, nato proprio sulla spinta dell’idea del Politecnico, grazie al quale ha ricevuto ingenti risorse dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che hanno permesso di iniziare e completare i lavori di messa in sicurezza della ciclabile in molti punti. Dall’aprile dell’anno scorso, inoltre, si è proceduto alla Progettazione definitiva ed esecutiva dei primi quattro lotti, uno per ciascuna delle regioni attraversate dalla pista (Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna e Veneto).

L’obiettivo dei progettisti di Vento è quello di realizzare una grande “autostrada ciclabile”, che possa muovere grandi flussi cicloturistici, all’insegna dello sport e delle bellezze naturalistiche (la maggior parte del percorso è “vista Po”). Il modello è quello delle grandi ciclabili lungo i fiumi su cui hanno investito notevolmente i paesi confinanti con l’Italia, Francia e Austria su tutti, che hanno realizzato alcune tappe imprescindibili per qualsiasi appassionato di bicicletta, che ogni anno radunano migliaia di turisti da tutto il mondo. In Italia un progetto così ambizioso non esisteva prima di Vento. La ciclovia lungo il Po, non avrebbe solo il grande vantaggio di implementare il turismo padano, ma anche quello di valorizzare i piccoli centri che sorgono lungo il corso del fiume più lungo d’Italia, creando posti di lavoro e facendo scoprire a migliaia di turisti le bellezze della provincia, non sempre valorizzate a dovere, sfruttando una forma di turismo lento e verde sempre più di moda a livello europeo.

Un progetto, dunque, certamente interessante e suggestivo, che però, a distanza di dieci anni dalla sua ideazione, è ancora abbastanza lontano dal diventare realtà. Secondo gli ultimi report, forniti dagli stessi progettisti di Vento lo scorso dicembre, al momento mancano circa 110 milioni di euro per completare l’opera (73 quelli già stanziati da Ministero e Regioni, 182 quelli necessari in totale). Ad oggi, Vento è ancora un percorso ciclabile percorribile soltanto da ciclisti esperti, come quelli che ogni anno partecipano alle varie tappe del Vento Bici Tour. La ciclabile, infatti, presenta ancora molti tratti potenzialmente pericolosi o non adatti alla percorrenza di massa (sono molti, ad esempio, i punti dove ci si deve fermare e si deve procedere con la bici a mano o in spalla). Soltanto il 7,5% della pista ciclabile corrisponde perfettamente agli standard di comfort e sicurezza previsti dalla direttiva ministeriale 375/2017. Il 9,5% invece, è pedalabile in relativa sicurezza agendo su regole d’uso (ad esempio costeggiando strade con traffico modesto), mentre più della metà del percorso totale (56,6%) necessita di interventi di modesta entità per poter soddisfare gli standard previsti dal progetto. Il restante 26,4%, invece, necessita di interventi rilevanti in termini infrastrutturali (ponti, sottopassi, terrapieni ecc.). Difficile pronosticare entro quando si potrà disporre della Ciclovia Vento completa ed efficiente. I primi dieci anni di storia, infatti, insegnano che le difficoltà sono molte e regole e investimenti possono cambiare con estrema facilità (i sei governi che si sono susseguiti in questo decennio hanno tutti avuto atteggiamenti diversi verso quest’idea).  Se tutto dovesse andare alla perfezione in quattro o cinque anni anche l’Italia potrà avere una ciclabile degna di quelle europee (la più famosa è quella lungo il Danubio, che tocca ben otto paesi).

Il progetto Vento, dunque, continua, passo dopo passo, a crescere. Tra non molto, probabilmente si potrà usufruire di una pista ciclabile che colleghi Torino a Venezia, e chissà che in futuro non si possa allungare il tracciato fino a Paesana e Ostana, gli ultimi paesi prima di Pian del Re, alle pendici del Monviso, dove sorge il Po, grande protagonista di Vento. Non è follia pensarci, dato che con una ciclabile sicura e confortevole da Torino si arriverebbe alla sorgente del fiume in poco più di tre ore (66 km circa), attraversando anche potenzialmente luoghi meravigliosi come il parco di Stupinigi e la Valle Po del cuneese. Insomma, i margini di crescita non mancano di certo.


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