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I siti Patrimonio UNESCO in Piemonte

Tra il 1997 e il 2018 sono stati cinque i siti piemontesi inseriti nella Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO. Il primo sito è stato dal 1997 quello delle Residenze Sabaude, mentre dal 2003 si sono aggiunti i siti dei Sacri Monti, nel 2011 sono arrivati i Siti Palafitticoli, nel 2014, è stata la volta dei Paesagggi vitivinicoli di Langhe, Roero e Monferrato. Nel 2018 

Residenze Sabaude 

I Savoia, dopo il trasferimento della capitale da Chambéry a Torino nel 1562 affidarono ai principali architetti e artisti della propria corte la realizzazione di prestigiose residenze, a testimonianza del crescente potere acquisito in Italia e in Europa che ha generato un percorso architettonico e urbanistico che ha come centro Torino e che si irradia sul territorio circostante, in quella che viene definita la Corona di Delizie. i siti sono stati suddivisi in 5 gruppi, a seconda dello scopo per il quale sono stati concepiti: i Palazzi del Potere, la Passione per le Arti, la Vita di Corte, le Regie Villeggiature e la Devozione.

A Torino, fanno parte del Patrimonio Mondiale delle Residenze Sabaude : Palazzo Reale, Palazzo Madama, Palazzo Chiablese, Palazzo Carignano, Armeria Reale, Archivio di Stato, Palazzo della Prefettura, la Cavallerizza, l’ex Accademia Militare, l’ex Zecca di Stato, la facciata del Teatro Regio, il Castello del Valentino e Villa della Regina. Fuori Torinonel resto del Piemonte si trovano il Castello di Moncalieri, il Castello di Stupinigi, la Reggia di Venaria Reale, Borgo Castello alla Mandria, il Castello di Rivoli, il Castello di Agliè, il Castello di Racconigi, il Castello di Govone, l’Agenzia di Pollenzo.

Sacri Monti di Piemonte e Lombardia

Sacri Monti sono gruppi di cappelle e altri manufatti architettonici eretti fra il XVI e il XVII secolo, dedicati a differenti aspetti della fede cristiana integrati in un ambiente naturale e paesaggistico di colline, boschi e laghi con reperti artistici di assoluto rilievo. Nel sito dei Sacri Monti del Piemonte e della Lombardia sono presenti sette siti del Piemonte : Belmonte, Crea, Domodossola, Ghiffa, Oropa, Orta e Varallo, e due della Lombardia : Ossuccio e Varese.

I Sacri Monti piemontesi sono inseriti nel sistema delle Aree protette della Regione Piemonte, per le province di Novara, Alessandria e Verbano-Cusio-Ossola

Siti palafitticoli dell’arco alpino 

I siti palafitticoli preistorici dell’arco alpino si estendono sui territori di sei nazioni: Svizzera, Austria, Francia, Germania, Italia e Slovenia. In Italia sono interessate cinque regioni, che appartengono all’arco sud-alpino, e in particolare la Lombardia, il Veneto, il Piemonte, il Friuli Venezia Giulia, il Trentino Alto Adige. I siti seriali sono 156, dei quali 25 in Italia

Di questi due sono in Piemonte: Viverone in provincia di Biella e Mercurago – Arona in provincia di Novara . Il sito di Viverone contiene abitati palafitticoli dell’età del Bronzo.  Mercurago è la prima stazione palafitticola del Piemonte con reperti e palafitte sempre dell’età del bronzo.

Paesaggi vitivinicoli di Langhe, Roero e Monferrato 

La zona dei Paesaggi vitivinicoli di Langhe, Roero e Monferrato ha un’estensione di oltre 10.000 ettari e si sviluppa lungo dolci colline coperte da vigneti, inframmezzati da piccoli villaggi in collina e pregevoli castelli medievali, dove da secoli la viticoltura costituisce il fulcro della vita economica e sociale.

Il sito è  costituito da sei aree articolate all’interno dei confini delle Province di Alessandria, Asti e Cuneo e di ventinove comuni. Tre aree si trovano nel comprensorio delle Langhe, due in quello dell’Alto Monferrato e una nel Basso Monferrato. Le aree sono La Langa del Barolo, il Castello di Grinzane Cavour, le Colline del Barbaresco, Nizza Monferrato e il Barbera,  Canelli e l’Asti spumante, il Monferrato degli Infernot.

Ivrea città industriale del ventesimo secolo

Ivrea Città Industriale del XX Secolo è stata iscritta nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’Unesco. come 54esimo sito italiano. Ivrea ha rappresentato un esempio distintivo della sperimentazione di idee sociali e architettoniche sui processi industriali, e un’esperienza innovativa di produzione industriale di livello mondiale che guarda in special modo al benessere delle comunità locali.

La maggior parte dello sviluppo di Ivrea avvenne nel periodo degli anni ’30 e ’60 sotto la direzione di Adriano Olivetti. La forma della città e gli edifici urbani di Ivrea sono stati progettati da alcuni dei più noti architetti e urbanisti italiani di quel periodo. La città industriale di Ivrea è un significativo esempio delle teorie dello sviluppo urbano e dell’architettura del XX secolo in risposta alle trasformazioni industriali e sociali, inclusa la transizione dalle industrie meccaniche a quelle digitali.


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